Medici ambiente, 'anche sanità inquina, serve restyling energetico'

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Roma, 7 nov. (Adnkronos Salute) - Dopo l'agricolura, gli allevamenti intensivi, la circolazione dei veicoli e l'industria, tra le attività inquinanti c'è il settore sanitario che contribuisce per il 4-5%, secondo gli studi, alle emissioni globali. Lo ricorda l'Isde, associazione medici per l'ambiente, in occasione della Cop27 in Egitto. Un tema toccato anche nella lettera inviata nei giorni scorsi, insieme alla Federazione nazionale Ordini dei medici, al presidente della Repubblica, alla presidente del Consiglio, al ministro della Salute e a quello dell'Ambiente con le specifiche richieste dei camici bianchi sulla questione climatica e la partecipazione propositiva dell'Italia al summit di Sharm el-Sheikh.

Il problema sanità che inquina "è legato al fatto - spiega all'Adnkronos Salute Francesco Romizi, responsabile comunicazione dell'Isde - che le strutture sanitarie non sono adeguate alle necessità di salvaguardia ambientale. Oggi ai privati cittadini si chiede di fare scelte sostenibili, ma non lo si fa con le strutture sanitarie. Per esempio, dal punto di vista energetico non è stata fatta una riqualificazione dell'approvvigionamento. Spesso gli edifici sono vecchi, fortemente energivori, ci sono pochissime pannellature, ad esempio".

C'è poi il problema "dell'eccessiva diagnostica - macchinari, strumentazione - che ha un impatto importante sull'ambiente. Infine la questione dell'eco-farmacovigilanza, l'abuso nell'utilizzo di farmaci, in particolare antibiotici, che nel nostro Paese è un elemento centrale e che crea inevitabilmente danni all'ambiente e quindi all'uomo", continua Romizi, sottolineando che in sanità, sul piano della sostenibilità ambientale, "le tre direzioni su cui lavorare sono queste: risparmio energetico, uso più consapevole e appropriato della diagnostica ed eco-farmacovigilanza". Infine la proposta di 'ambulatori verdi', per rendere concreta la sostenibilità e informare.

"Gli ambulatori verdi - aggiunge Romizi - in alcuni Paesi europei già ci sono. Si tratta di strutture pubbliche eco-compatibili per risparmiare sul piano energetico e ambientale. Ma anche per fare una sensibilizzazione puntuale nei confronti dei cittadini, con un impatto importante anche sul piano dell'informazione".

Infine, i medici per l'ambiente chiedono "una maggiore integrazione tra ministeri della Salute e dell'Ambiente: serve trovare un organismo di raccordo. Non è pensabile, nel 2022, che non ci sia una struttura di sintesi. Facciamo un appello affinché questa struttura si crei".