Malattia diverticolare: come prevenirla e come trattarla
- Dr. med. Thomas Kron
- Linee guida in sintesi
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Casi di pazienti affetti da diverticolosi, malattia diverticolare o diverticolite capitano abbastanza spesso negli studi dei medici di base e dei gastroenterologi e il loro trattamento non è sempre facile. In un recente articolo, il gastroenterologo Stephan Böhm, medico dell'Ospedale di Bülach in Svizzera, ha spiegato come prevenire e trattare la diverticolosi.
Secondo Böhm la diverticolosi del colon, da cui si sviluppa la malattia diverticolare o diverticolite, è una delle più comuni alterazioni benigne del colon. La prevalenza è inferiore al 10% sotto i 40 anni, fino al 30% fino ai 60 anni e sale al 50-70% negli ultra-ottantenni. Il rischio per tutta la vita di sviluppare la malattia diverticolare da diverticolosi si aggira tra il 5 e il 20%. Queste stime rendono la malattia diverticolare "una delle patologie più importanti in gastroenterologia, sia in termini di frequenza che di consumo di risorse", afferma il gastroenterologo.
Come si può prevenire la diverticolosi e quindi anche la malattia diverticolare?
Secondo Böhm, l'obesità è attualmente l'unico fattore comprovato che può essere gestito e che aumenta il rischio di insorgenza dei diverticoli. La prevenzione del sovrappeso e dell'obesità può essere vista anche come prevenzione della malattia diverticolare.
La cosiddetta ipotesi delle fibre, invece, secondo la quale uno stile di vita con una dieta ricca di fibre protegge le persone dalla diverticolosi e dalla diverticolite, non ha ancora un supporto medico-scientifico significativo.
Il gastroenterologo propone le seguenti misure per la prevenzione della malattia diverticolare/diverticolite, derivate da diversi studi epidemiologici di grandi dimensioni:
- Una dieta ad alto contenuto di fibre (≥ 30 g/die) ricca di frutta, verdura e cereali.
- Limitazione del consumo di carne rossa: il rischio di malattia diverticolare aumenta di circa il 50% con un consumo superiore a 105-135 g/settimana in modo lineare fino al raggiungimento di un plateau a circa 540 g/settimana.
- Astinenza da nicotina.
- Mantenimento della .classe normopeso.
- Svolgimento regolare di attività fisica. Il valore ottimale sarebbe di 50 MET-h/settimana, ossia ore metaboliche equivalenti, valore che corrisponde a circa 12 ore di camminata a 5 km/h,a 6 ore di bicicletta a 24 km/h o 4,5 ore di jogging a 11 km/h. Il minimo consigliabile è di 18-35 MET-h (30-60 minuti di attività fisica moderata al giorno).
Rientra nella definizione di stile di vita sano chi riesce a soddisfare almeno 4 criteri su 5: consumo di fibre di circa 23 g/die, consumo di carne rossa < 350 g/settimana, attività fisica vigorosa 2 h/settimana = circa 20 MET-h, mantenimento del normopeso e non fumatore. Questo permette di ridurre il rischio di sviluppare la patologia intestinale fino al 50%, e fino al 70% se vengono rispettati tutti e 5 i criteri.
Secondo Böhm, non ci sono prove sufficienti per raccomandare una dieta ad alto contenuto di fibre o integratori di fibre per la terapia dei pazienti con SUDD. Tuttavia, una dieta ad alto contenuto di fibre è spesso consigliabile indipendentemente da questo sulla base di raccomandazioni nutrizionali generalmente valide.
Una sfida gastroenterologica è la gestione della malattia diverticolare sintomatica ma non complicata (SUDD). Secondo Böhm è definita da una serie di disturbi addominali ricorrenti/cronici, tipicamente con dolore e/o flatulenza in persone che già presentano diverticoli del colon ma senza un’evidente caso di diverticolite.
Inoltre, i sintomi della SUDD sono difficili da differenziare da quelli della sindrome dell'intestino irritabile (IBS). I pazienti con un episodio di diverticolite acuta hanno un rischio quasi 5 volte maggiore di sviluppare la IBS.
Come spiega ancora il gastroenterologo, alcuni autori partono dal presupposto che la SUDD non sia altro che una forma di IBS in persone che presentano dei diverticoli. Altri, invece, hanno definito dei diversi parametri per distinguere le due patologie: la fascia di età (IBS pazienti più giovane, SUDD più anziani), la differenziazione in base alla calprotectina fecale (IBS normale, SUDD aumentata) o il diverso impatto terapeutico della mesalazina (nessun effetto nella IBS, qualche effetto nella SUDD).
La mesalazina può essere somministrata a intermittenza per alleviare i sintomi e per prevenire gli episodi sintomatici nellaSUDD. La rifaximina, invece, non può essere raccomandata per il trattamento dei pazienti con malattia diverticolare cronica non complicata.
Anche i probiotici non sono raccomandati per il mantenimento della remissione nella SUDD. Una recente revisione sistematica di 13 studi sui probiotici nella malattia diverticolare di tutti i tipi ha dato risultati preliminari promettenti ma, come ha aggiunto Böhm, la comprensione di quando e come i probiotici possono essere applicati utilmente nei diversi tipi di malattia diverticolare non è ancora abbastanza avanzata.
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