LLA: la terapia aggiuntiva con rituximab non evidenzia alcun beneficio in termini di sopravvivenza nella fase 3 di sperimentazione
- Univadis
- Notizie di oncologia
Conclusioni
- L’aggiunta di rituximab alla chemioterapia di induzione non migliora gli esiti dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta a precursori delle cellule B (B-LLA).
- Il livello di espressione di CD20 non è correlato alla risposta a rituximab.
- I pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali con condizionamento mieloablativo (myeloablative allogeneic stem cell transplant, MAallaSCT) dopo la terapia di induzione ottengono un beneficio significativo con rituximab.
Perché è importante
- I risultati giustificano ulteriore ricerca per identificare i pazienti con LLA che potrebbero ottenere benefici da rituximab.
Disegno dello studio
- Analisi primaria della sperimentazione di fase 3, randomizzata UKALL14.
- 577 pazienti affetti da B-LLA di età compresa tra 25 e 65 anni sono stati assegnati casualmente a ricevere la chemioterapia di induzione standard di cura (standard of care, SOC) con o senza rituximab.
- Finanziamento: Cancer Research UK.
Risultati principali
- Gruppo trattato con SOC e gruppo che ha ricevuto la terapia aggiuntiva con rituximab non hanno evidenziato alcuna differenza significativa in termini di:
- remissione completa, 92,7% rispetto a 94,8%;
- malattia residua minima, 42,2% rispetto 41,8%.
- Gli eventi avversi/eventi avversi seri e la mortalità senza recidiva erano simili tra i 2 gruppi.
- Dopo un follow-up mediano di 50,5 mesi la sopravvivenza libera da eventi (event-free survival, EFS) a 3 anni non differiva significativamente tra SOC e terapia aggiuntiva con rituximab (41,9% vs. 48,7%; HR=0,88; P=0,28).
- L'espressione di CD20 sulla superficie cellulare non ha evidenziato alcuna interazione significativa.
- La percentuale di blasti esprimenti CD20 era un fattore prognostico infausto indipendente:
- livelli di CD20 >20% rispetto a <10% erano associati a una EFS significativamente peggiore (HR=2,20; IC 95%, 1,27-3,81).
- Tra i pazienti che hanno ricevuto MAallaSCT, è stato osservato un miglioramento significativo dell’EFS nel gruppo trattato con rituximab (HR=0,47; P=0,03).
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