Linfadenopatia ascellare dopo il vaccino COVID-19 e tumore della mammella
- Paolo Spriano
- Uniflash
La linfoadenopatia ascellare correlata alla vaccinazione COVID-19 è un reperto frequente di imaging, tipicamente osservato nell'ascella omolaterale al sito di inoculazione dopo la sua somministrazione, con un'incidenza riportata variabile dal 3% al 44% degli esami di imaging del seno (1).
Prima dell'era del vaccino COVID-19, l'adenopatia ascellare nelle donne con una mammografia altrimenti normale veniva segnalata nello 0,02%-0,04% delle mammografie di screening (2).
Una linfadenopatia ascellare unilaterale è generalmente considerata sospetta per un carcinoma mammario localmente avanzato e, nei casi di carcinoma mammario, può essere un segno preoccupante di malattia metastatica.
Il riscontro di un’adenopatia ascellare all’esecuzione di un esame di imaging si pone come dilemma diagnostico nello screening o nel follow up di donne con diagnosi di neoplasia mammaria.
Saper discriminare tra una reazione infiammatoria benigna e una adenopatia ascellare è un’abilità essenziale per evitare ulteriori indagini e biopsie non necessarie. Il ruolo della risonanza magnetica (RM) è in discussione per come procedere in questi casi.
Linfadenopatia ascellare e screening
L'adenopatia ascellare correlata al vaccino COVID-19 rilevata durante lo screening mammografico può persistere fino a 43 settimane. Un dato che ha spinto la Society of Breast Imaging ad aggiornare le proprie raccomandazioni nel 2022 concludendo che lo screening mammografico non deve essere ritardato dopo un vaccino COVID-19 e l'ecografia ascellare di follow-up non è necessaria se non vi è un riscontro sospetto mammografico omolaterale (2)
La popolazione di pazienti che si sottopongono a esami di risonanza magnetica (RM) mammaria è diversa dalla popolazione che si sottopone a una mammografia di screening. Solitamente sono donne ad alto rischio di neoplasia mammaria o con una diagnosi recente in cui è necessario valutare l'estensione della malattia. La RM ha una maggiore sensibilità rispetto alla mammografia per la neoplasia della mammella e aumenta la probabilità di identificazione della neoplasia in un contesto di malattia localmente avanzata.
Basso tasso di malignità
Studi relativi a casi con anamnesi positiva per vaccino COVID-19 e adenopatia ascellare unilaterale rilevata alla RM mammaria presentano un basso tasso di malignità (3,3%) e in queste serie di casi non sono stati identificati casi di adenopatia ascellare maligna in assenza di un carcinoma mammario noto nella mammella omolaterale (3, 4). Le prove acquisite hanno indotto i ricercatori a consigliare un’estensione delle attuali raccomandazioni della Society of Breast Imaging per lo screening mammografico (2) alla popolazione di pazienti che si sottopone a RM mammaria (3) affermando che:
- l'adenopatia ascellare unilaterale identificata mediante RM mammaria omolaterale rispetto a una recente vaccinazione COVID-19 è un evento frequente e può essere considerata benigna in assenza di un riscontro sospetto al seno o di una neoplasia mammaria nota (3);
- non è necessario ritardare gli esami di RM a seguito di un vaccino COVID-19;
- indipendentemente dallo stato e dalla tempistica della vaccinazione, l'adenopatia ascellare rilevata alla valutazione con RM mammaria in casi di neoplasia mammaria nota o di riscontro sospetto alla mammella deve essere considerata sospetta e deve essere orientata verso un'ulteriore valutazione.
Tutto questo al fine di evitare, con inutili vincoli alla programmazione degli screening, il ritardo della possibile diagnosi di un carcinoma mammario localmente avanzato.
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