L'indagine, dopo Covid per 1 italiano su 3 cure difficili e rinvio interventi

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Roma, 9 dic. (Adnkronos Salute) - Un terzo degli italiani si è visto rimandare un intervento chirurgico o una terapia per indisponibilità delle strutture sanitarie; poco meno, il 31,8%, ha incontrato difficoltà a trovare assistenza sanitaria dopo aver contratto il Covid, e il 28,5% quando ha avuto un problema di salute ha rinunciato a visite e/o esami per timore di contagiarsi nelle strutture sanitarie. E ancora: il 44% afferma di aver evitato di far visite di controllo per non frequentare luoghi a rischio di contagio Covid (ospedali, studi medici, eccetera). E' quanto emerge da un'indagine realizzata dall'Osservatorio salute previdenza e legalità Eurispes-Enpam, realizzata a marzo e aprile 2022 su un campione di 2.026 persone rappresentativo della popolazione dai 18 anni in su.

Lo studio, dal titolo 'Oltre il Covid-19: il sistema sanitario nazionale di fronte al tema del recupero prestazionale', nasce dalla constatazione che, seppure dallo scorso 31 marzo l'Italia è fuori dall'emergenza della pandemia, siamo nel pieno di un'altra emergenza: quella generata dalle mancate prestazioni sanitarie per tutte le altre patologie, con particolare riferimento a quelle più gravi. Per questo, secondo l'Osservatorio Eurispes-Enpam, "recuperare le prestazioni perdute e ripristinare il normale flusso dell'attività del Servizio sanitario nazionale è certamente una delle sfide più importanti di fronte la quale si trova il nuovo Governo".

Per affrontare il tema del recupero prestazionale per le patologie non Covid, l'Osservatorio ha coordinato degli incontri con importanti esponenti del mondo clinico ed elaborato alcune raccomandazioni e suggerimenti sulle possibili modalità con le quali procedere.

In particolare: incentivare una maggiore reattività delle aziende sanitarie nel bed management nel liberare spazi, strumentazioni e sale operatorie, con specifiche linee guida del ministero e una concreta azione di controllo degli assessorati regionali, pur nel rispetto delle autonomie aziendali; recuperare, per le attività ordinarie la disponibilità di infermieri e assistenti sanitari e stabilire un piano straordinario impostato centralmente e gestito a livello regionale con il coinvolgimento strutturale della sanità convenzionata e accreditata, in un'opera coordinata di recupero per lo screening e la diagnostica. E ancora: la mobilitazione straordinaria della medicina generale per la compilazione di liste ed elenchi di priorità diagnostiche dei rispettivi assistiti risulta fondamentale, al pari di provvedere alla dotazione tecnologica degli studi dei medici di medicina generale secondo la legge di Stabilità del 2020, per renderli più performanti. Inoltre, si suggerisce il varo di una campagna di comunicazione istituzionale da parte del ministero (ripresa sui mezzi locali dalle Regioni) che segnali la necessità/opportunità di tornare a effettuare controlli medici periodici.