Lettere di dimissioni e Chat GPT: una sfida possibile?
- Paolo Spriano
- Uniflash
Il dibattito scientifico di questi primi mesi del 2023 è stato stimolato dalle performance del programma di intelligenza artificiale (IA) ChatGPT (Generative Pretrained Transformer). Il programma crea automaticamente testi sulla base di istruzioni scritte ed è liberamente accessibile tramite un portale Web creato dallo sviluppatore, OpenAI.
ChatGPT si avvale di una tecnica chiamata Reinforcement Learning from Human Feedback per addestrare il modello linguistico, rendendolo molto colloquiale. In risposta a una richiesta scritta, ChatGPT può comporre e-mail, scrivere codice per computer e persino creare sceneggiature per film. Alcune simulazioni in campo medico scientifico stupiscono, dimostrando la sua competenza nel superare esami di licenza medica (1) o come autore di paper scientifici.
Le reazioni oscillano dall'entusiasmo per le potenzialità alle preoccupazioni etiche che potrebbero, e forse dovrebbero, limitare l'adozione dello strumento. Viste le premesse, le applicazioni di ChatGPT nel campo dell’assistenza sanitaria potrebbero essere innumerevoli e tra le tante viene considerato, in un articolo pubblicato su The Lancet Digital Health, l’impiego per generare le lettere di dimissioni dei pazienti (2).
ChatGPT e documentazione sanitaria: nuovi scenari ipotizzabili
Con lo sviluppo delle cartelle cliniche elettroniche, i sistemi di archiviazione dei dati sanitari si sono spostati verso una digitalizzazione progressiva, sostituendo quasi integralmente il metodo tradizionale di raccolta dati delle cartelle cliniche cartacee (3).
Un'accurata documentazione riepilogativa delle dimissioni svolge un ruolo cruciale nella continuità dell'assistenza sanitaria dei pazienti dimessi dall'ospedale. Queste informazioni sono di fondamentale importanza per consentire al medico di medicina generale (MMG) di soddisfare le esigenze di salute del paziente al momento della dimissione nella comunità (4).
La possibilità di automazione di questo processo sembra una logica e quasi scontata applicazione di ChatGPT che consentirebbe da un lato ai medici di alleggerire un carico di lavoro concentrato sulla fornitura di servizi, con più tempo da dedicare all’attività clinica, la ricerca e la formazione; dall’altro potrebbe migliorare la qualità delle lettere di dimissione.
Come implementare ChatGPT: i problemi aperti
Se interrogato per ottenere una semplice richiesta di un riepilogo per le dimissioni di un paziente, ChatGPT risponde così (2): “Sebbene sia probabile che questo riepilogo sia accurato per la maggior parte dei pazienti, le informazioni aggiuntive non incluse nel prompt sono state generate automaticamente da ChatGPT, evidenziando la necessità di un controllo manuale da parte del personale clinico prima della finalizzazione”.
Una premessa che ci fa ben capire come l’implementazione di ChatGPT nella pratica clinica non sarà immediata, ma un processo che richiederà il superamento di diverse barriere. In primo luogo, il programma dipende dai dati che riceve e pertanto richiede comunque l'inserimento manuale di informazioni rilevanti. Le interazioni future potrebbero consentire l'estrazione automatica dei dati dalla cartella clinica elettronica del paziente, ma il problema è aperto anche rispetto all’archiviazione e all’accesso dei dati.
Le cartelle elettroniche presentano ancora criticità d’uso e sono spesso considerate incomplete. Fino a pochi anni fa, meno del 5% dei reparti di anestesia in Italia utilizzava una cartella specifica per la specialità (5) e una recente sperimentazione nel campo delle cure primarie ha analizzato la qualità dello scambio di dati aggregati da parte di team di MMG rilevando molti errori che hanno richiesto l'intervento umano e la riparazione manuale, precludendo la piena automazione dei processi (6).
Inoltre la preoccupazione che l'automazione possa portare alla spersonalizzazione delle cure potrebbe portare alla resistenza a questa tecnologia. Saranno necessari dati da sperimentazioni pilota per raccogliere le opinioni delle parti interessate (medici e pazienti) e dimostrare quali saranno gli esiti su efficienza e qualità dei processi. Il tutto andrà fatto anche tenendo conto delle conseguenze di un eventuale fallimento della tecnologia. Tuttavia, la potenza di questa nuova generazione di strumenti applicata all’assistenza sanitaria, e in particolare nelle aree della documentazione, è una sfida che andrà giocata: bisognerà capire bene come.
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