La terapia di esposizione come adiuvante nel trattamento dei disturbi alimentari
- Benedetta Pagni
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- La terapia di esposizione è nota e in uso da diversi anni per il trattamento di disturbi dell’ansia. Nello studio pubblicato su International Journal of Eating Disorders è stata utilizzata anche sugli adolescenti ricoverati per disturbi del comportamento alimentare (DCA).
- Questa terapia si è mostrata un valido aiuto all’interno di un trattamento più strutturato.
Perché è importante
- Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dei disturbi alimentari e a una diminuzione dell’età dei pazienti coinvolti. Si stimano dai 3 ai 5 milioni di casi, con l’età media che è scesa a 12 anni.
- In una società invasa dalla cultura della dieta e del benessere, i DCA stanno aumentando ma lo stigma su di essi non diminuisce. Una vulnerabilità che è accentuata in caso di giovani che si identificano con la comunità LGBTQ+.
Come è stato condotto lo studio
- Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Penn State College of Medicine in Pennsylvania. Hanno partecipato 54 adolescenti con un’età media di 14 anni facenti parte di un programma di ricovero parziale specifico per il DCA. Il 81,5% dei partecipanti erano di sesso femminile e il 88,9% del totale erano bianchi.
- Ogni giorno, per 5 giorni alla settimana e per un totale di 8 settimane, veniva proposto ai pazienti un particolare alimento ritenuto per loro fonte di ansia (‘feared food’, letteralmente un cibo temuto).
- Prima e dopo l’esposizione veniva chiesto loro di fornire un valore (subjective units of distress o SUDS) da 0 a 10 che rappresentasse il loro livello di stress riferito all’esposizione a quel cibo. In più, una tantum, veniva loro chiesto di compilare un questionario (Childern’s Eating AttitudesTest and Fear of Food Measure) per cercare di inquadrare il comportamento di evitamento del cibo. Infine, i pazienti venivano incoraggiati a confrontarsi e a esporre le loro perplessità sul cibo.
Risultati
- Emerge una differenza nelle risposte ottenute tra le sessioni e all'interno delle sessioni di terapia di esposizione. In particolare è stata osservata una diminuzione del SUDS registrato in pre-esposizione: questo fornisce evidenze a supporto dell'efficacia della terapia fra le sessioni. L’adattamento tra le sessioni avviene nel tempo, fra una sessione e la successiva, e sembra diminuire l'ansia legata all'atto di mangiare.
- Non emergono statistiche significative sull’efficacia dell’esposizione all’interno delle sessioni, ossia durante l’esposizione diretta al cibo.
- Servono ulteriori ricerche e rimane aperta la questione dell’efficacia della terapia di esposizione in fase di ripristino del peso durante il trattamento primario.
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