La splenectomia laparoscopica può essere inclusa nella chirurgia citoriduttiva primaria

  • Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
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di Elena Riboldi - Agenzia Zoe

Uno studio dell’Università di Cagliari dimostra la fattibilità e la sicurezza della splenectomia laparoscopica non solo nel contesto della chirurgia secondaria per recidiva, ma anche in quello della chirurgia citoriduttiva laparoscopica primaria in pazienti con carcinoma ovarico avanzato. L’intervento non compromette la sopravvivenza e consente l’inizio tempestivo della chemioterapia sistemica.

“Ad oggi la splenectomia laparoscopica è stata utilizzata principalmente come potenziale opzione chirurgica per il trattamento della recidiva isolata nella milza di tumore ovarico sensibile al platino – scrivono gli autori nell’articolo pubblicato sulla rivista BMC Surgery – La splenectomia laparoscopica come chirurgia primaria per la malattia avanzata è una chirurgia più complessa in cui la chirurgia citoriduttiva aggressiva ottimale non include solo il tempo chirurgico sulla milza, dato che peritoneo, omento e diaframma sono spesso coinvolti nel processo neoplastico”. Per dimostrare che questo approccio è fattibile e che consente l’eliminazione radicale del tessuto canceroso è stato condotto uno studio prospettico; sono state arruolate 13 pazienti consecutive sottoposte a splenectomia tra il 2016 e il 2020 presso il Dipartimento di Oncologia ginecologica dell’Ospedale Armando Businco di Cagliari per recidiva isolata (n=7) o come parte della chirurgia citoriduttiva primaria (n=6).

Il tempo operatorio per la chirurgia citoriduttiva primaria era 509 minuti (mediana, range 200-845 minuti), praticamente il doppio del tempo richiesto dalla splenectomia per recidiva (253 minuti, range 90-380 minuti), e variava in base alla complessità chirurgica data dall’estensione della malattia.  In tutte le pazienti è stata ottenuta una resezione completa del tumore. Non si sono verificate complicanze intraoperatorie e non sono state necessarie trasfusioni ematiche intraoperatorie. In un solo caso (una recidiva splenica isolata) è stata necessaria la conversione alla tecnica a cielo aperto. La durata del ricovero è stata di 3 giorni (mediana, range 2-5 giorni) in caso di chirurgia secondaria e 9 giorni (range 9-18 giorni) in caso di chirurgia citoriduttiva primaria. La chemioterapia adiuvante è stata solitamente iniziata nel giro di due settimane (mediana 16 giorni, range 7-24 giorni). Dopo un follow-up mediano di 25 mesi (range 4-36), tutte le pazienti sottoposte a splenectomia laparoscopica nel contesto della chirurgia citoriduttiva primaria erano ancora vive, quattro su sei non mostravano evidenza di malattia. Dopo un follow-up mediano di 16 mesi (range 5-48), tutte le pazienti sottoposte alla procedura per recidiva isolata erano ancora vive, una sola paziente ha avuto una recidiva diaframmatica a distanza di due anni dall’intervento di splenectomia. L’articolo è corredato da file video che documentano tre casi emblematici.

“I nostri risultati mostrano che l’approccio laparoscopico alla splenectomia è fattibile e sicuro in pazienti sottoposte a chirurgia citoriduttiva primaria per malattia in stadio avanzato e per con ricorrenza isolata di tumore ovarico – concludono gli autori, aggiungendo che – l’approccio laparoscopico potrebbe avere un impatto fisico, psicologico e spirituale positivo, migliorando quindi la qualità della vita e il benessere globale senza compromettere la sopravvivenza e permettendo l’inizio tempestivo della chemioterapia sistemica postoperatoria”.