La salvaguardia della salute cardiovascolare inizia da bambini
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- Nell’infanzia, i fattori di rischio cardiovascolare (CV) si associano nella mezza età al verificarsi di eventi CV, anche fatali.
- Dallo studio emergono diverse domande relative ai fattori di rischio CV nei bambini, e a come salvaguardarne la salute .
Uno nuovo studio mostra un’associazione tra alcuni fattori di rischio CV presenti durante l’infanzia, presi singolarmente ma soprattutto in combinazione, e lo sviluppo di eventi CV e al decesso per cause CV in età adulta, prima dei 60 anni. “Il nostro studio solleva domande importanti riguardo strategie più ampie per l’infanzia per ridurre il rischio di malattia CV prematura” scrivono i ricercatori su NEJM. “Piuttosto che focalizzarsi esclusivamente su un approccio medico per identificare i bambini con livelli elevati di fattori di rischio, i risultati attuali suggerirebbero come sia giustificata un’attenzione altrettanto importante alle strategie di salute pubblica per la salvaguardia della salute CV ideale in tutti i bambini” aggiungono.
Di solito, gli studi che comprendono i fattori di rischio nell’infanzia si sono concentrati sulle associazioni con una forma di malattia CV in età adulta subclinica. L’analisi dell’associazione con gli eventi clinici invece è stata ostacolata dalla mancanza di coorti che avessero dati esaustivi nel periodo dell’infanzia riguardanti pressione, analisi di laboratorio e altro.
Nello studio, con un follow-up medio di 35 anni, sono stati inclusi 35.589 individui che tra i 3 e i 19 anni erano stati arruolati nell’International Childhood Cardiovascular Cohorts (i3C) Consortium, il quale comprende 7 coorti provenienti da Australia, Finlandia e Stati Uniti. I dati sui fattori di rischio CV dei partecipanti erano stati raccolti tra l’infanzia e l’adolescenza e gli eventi CV verificati in età adulta. Gli autori, che per il nuovo studio hanno uniformati tali dati, si sono concentrati su 5 fattori di rischio; indice di massa corporea, pressione sistolica, livelli di colesterolo totale, livelli di trigliceridi, fumo. Hanno quindi ricavato dall’i3C i punteggi z (z-score) per ciascun partecipante specifici per età e sesso e un punteggio z di rischio combinato ottenuto dalla media dei punteggi dei 5 fattori di rischio.
Tra i partecipanti, che erano stati visitati all’età media di quasi 12 anni, si sono verificati 319 eventi CV fatali (età media 47±8). Si è visto che per aumento di un unità del punteggio z, l’hazard ratio (HR) per un evento CV in età adulta variava a seconda del fattore di rischio (da 1,30 per il colesterolo totale fino a 1,61 per il fumo). Per quanto riguarda il punteggio z di rischio combinato, è stato calcolato un HR di 2,71 per aumento di unità. L’analisi degli eventi fatali e non fatali (779 tra 20.656 partecipanti) ha dato risultati simili, mentre quella condotta sui 115 eventi CV fatali verificatesi tra un gruppo di partecipanti (13.401) di cui erano disponibili dati sui fattori di rischio in età adulta, ha permesso di calcolare, per quanto riguarda lo z-score di rischio combinato, un HR di 3,54 per aumento di unità.
Per Julie R. Ingelfinger, autrice di un editoriale correlato, nonostante i limiti e domande presenti, lo studio mostra una chiara associazione tra un punteggio elevato riguardante i fattori di rischio e la presenza di malattie CV in età adulta. “Cosa significa nella pratica? Se i fattori di rischio CV possono essere identificati nei primi anni di vita, come medici abbiamo l’opportunità di affrontare i problemi di salute precocemente e potremmo separare il rischio di un’esorabile marcia verso la malattia CV e la morte. Abbiamo aspettato dati concreti che mostrino che i fattori di rischio nell’infanzia prevedono malattie future, e ora abbiamo un buon inizio per quanto riguarda le malattie CV” conclude.
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