La preferenza per alimenti dal gusto grasso e salato, ma non dolce, e' associata ad aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2
- Antonello Viti De Angelis
- Notizie Mediche - VDA Net
NFI Nutrition Foundation of Italy
La preferenza per alimenti dal gusto grasso e salato, ma non dolce, e' associata ad aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2
Lampuré A, Adriouch S, Castetbon K, Deglaire A, Schlich P, Péneau S, Fezeu L, Hercberg S, Méjean C.
Eur J Nutr. 2019 Feb 5
La preferenza per gli alimenti che soddisfano contemporaneamente il gusto grasso e il gusto salato potrebbe portare ad un’alimentazione scorretta e quindi ad un BMI eccessivo: con la conseguenza, secondo i dati dello studio francese NutriNet Santé, che tra chi apprezza particolarmente la combinazione di questi gusti cresce il rischio di ipertensione, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Lo studio NutriNet Santé, che nel 2009 ha coinvolto su base volontaria 65.683 francesi, ha analizzato, in questa analisi il possibile rapporto tra preferenza per un determinato gusto e rischio di malattie croniche, cardiovascolari e metaboliche. L’indagine ha registrato all’arruolamento le preferenze di ciascuno per il gusto salato, per il dolce (differenziando tra alimenti naturalmente dolci come la frutta disidratata o il miele, alimenti dolcificati come il caffè o lo yogurt e alimenti già dolci), per il gusto grasso e salato (inteso come aggiunta di sale e grassi, o come alimenti già grassi e salati), infine per il gusto grasso e dolce (inteso come aggiunta di sale e zuccheri, o come alimenti già grassi e zuccherini). Questi dati sono stati quindi correlati con la salute cardiometabolica e con gli eventi cardiovascolari osservati durante il follow-up.
È emerso che la preferenza per i gusti grasso e salato combinati si associava nel tempo a un significativo aumento del rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche. Questa preferenza era associata anche a una dieta complessivamente meno corretta (povera di nutrienti e ricca di calorie) e a un BMI eccessivo, fattori che in analisi multivariata spiegavano larga parte dell’aumento del rischio.
La preferenza per il gusto salato e per la combinazione di grasso e dolce si è invece associata a un modesto aumento del rischio di diabete di tipo 2, mentre alla preferenza per il solo gusto dolce è risultata associata addirittura una riduzione dello stesso rischio di diabete: forse per la presenza importante, nella dieta di queste persone, di alimenti come la frutta, la verdura e i cereali integrali.
Gli Autori nelle conclusioni ricordano che la preferenza per un determinato gusto è innata, ma non immodificabile; tuttavia, i risultati migliori si ottengono iniziando già nell’infanzia, con un’azione paziente di presentazione ripetuta degli alimenti con caratteristiche positive (sapidità contenuta, dolcezza naturale, ridotto contenuto di grassi saturi) senza scoraggiarsi davanti a prevedibili rifiuti iniziali.
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