Conclusioni
- La tomosintesi mammaria digitale (digital breast tomosynthesis, DBT, mammografia 3D) ottiene un tasso maggiore di veri positivi e un tasso inferiore di falsi positivi rispetto alla mammografia digitale (DM, mammografia 2D) nella maggior delle densità mammarie e delle fasce di età in un’ampia coorte norvegese.
Perché è importante
- Una delle più ampie coorti esaminate fino ad ora favorisce inequivocabilmente la DBT rispetto alla DM.
Disegno dello studio
- Coorte prospettica (n=24.301 donne di età compresa tra 50 e 69 anni) incluse nella sperimentazione sullo screening con tomosintesi Oslo (Oslo Tomosynthesis Screening Trial).
- Le partecipanti sono state sottoposte sia a DM sia a DBT.
- Le partecipanti sono state seguite fino a 2 anni per l’individuazione di tumori da parte di 8 radiologi.
- La densità mammaria è stata classificata mediante una scala da 1 (seno quasi interamente grasso) a 4 (seno estremamente denso) mediante software per il calcolo volumetrico automatico.
- Finanziamento: non rivelato.
Risultati principali
- La DBT (vs. DM) ha ottenuto un tasso di veri positivi maggiore per diverse classi di densità (le differenze variavano dall’11,8% al 24,1%; P0,05 per i punteggi di densità 1 e 4) e in tutte le fasce di età di 5 anni (le differenze variavano dal 15,3% al 35,0%; P
- La DBT (vs. DM) ha evidenziato un tasso inferiore di falsi positivi in tutti i gruppi di densità (le differenze variavano tra -0,71% e -0,98%; P
Limiti
- Disegno osservazionale.
- Studio monocentrico.
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