Intossicazione da paracetamolo: consigli per la gestione

  • Cristina Ferrario
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggio chiave

  • Gli esperti di quattro società di tossicologia nord-americane hanno prodotto un consensus statement per favorire una gestione ottimale del paziente con intossicazione da paracetamolo.

 

Perché è importante

  • L’intossicazione da paracetamolo può essere intenzionale (nei tentativi di suicidio) o accidentale (per il trattamento della febbre) e interessa un numero rilevante di persone ogni anno che, se non trattate in modo adeguato, potrebbero anche arrivare al decesso.
  • Pur essendo il numero di casi rilevante, difficilmente un singolo medico si troverà di fronte un paziente con intossicazione grave e questa mancanza di familiarità con la condizione potrebbe portare a una gestione subottimale.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Un gruppo di 21 rappresentanti di importanti società di tossicologia statunitensi e canadesi ha formulato delle linee guida pratiche per i centri antiveleno e per i pronto soccorso in nord America.
  • Le raccomandazioni si basano sull’analisi di 84 linee guida e 278 pubblicazioni sul tema.

 

Risultati principali

  • Sono numerosi gli argomenti trattati dagli esperti: ingestione singola o ripetuta di paracetamolo, ingestione di formulazioni a rilascio prolungato, ingestione ad alto rischio, co-ingestione di anticolinergici o oppioidi, pazienti di età inferiore a 6 anni, pazienti in gravidanza, pazienti con peso corporeo superiore a 100 kg e utilizzo di paracetamolo per via endovenosa.
  • Valutato anche l’utilizzo di tecniche per l’eliminazione dell’intossicazione e l’eventuale consulto con l’equipe di trapianto del fegato in casi particolari.
  • Si sottolinea l’importanza di valutare con attenzione la storia del paziente e, in caso di informazioni poco chiare, si raccomanda di procedere comunque con la somministrazione di acetilcisteina.
  • Alla luce dei dati disponibili gli esperti non raccomandano uno specifico regime di acetilcisteina, ma una minima dose adeguata.
  • La durata raccomandata per il trattamento con acetilcisteina deve essere decisa in base ai marcatori clinici e non definita a priori.
  • I dati oggi disponibili sull’aggiunta di fomepizolo ad acetilcisteina non permettono di raccomandare questo regime come standard.
  • In caso di avvelenamento grave o complicato, è necessario consultare un centro antiveleni o un tossicologo clinico.