Intersindacale Toscana, no a tagli sul personale per 45 mln di euro
- Univadis
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Firenze, 12 feb. (AdnKronos Salute) - L'intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Toscana dice 'no' ai tagli sul personale delle aziende sanitarie per circa 45 milioni di euro, annunciati da una direttiva della Regione diramata nei giorni scorsi. Le sigle sindacali (Anaao Assomed; Aaroi Emac; Cimo; Cisl Medici; Fesmed; Fvm; Uil Fpl Medici; Anpo Ascoti Filas Medici; Cgil Medici; Fassid - Aipac, Aupi, Sinafo, Snr, Simet) chiedono in una nota "un incontro urgente per conoscere come il presidente della Giunta regionale, l’assessorato alla Sanità e le aziende sanitarie, attuando questi nuovi tagli, intendano garantire la quantità, la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate attualmente a favore dei cittadini toscani".
"Una decisione - osservano le sigle - che esce sulla stampa con una tempistica singolare posta com’è a ridosso delle elezioni nazionali. Il tutto in una Regione che ha assistito, negli ultimi mesi, a una scissione all’interno della maggioranza di Governo che ha visto il presidente Rossi abbandonare il Pd per aderire a una nuova formazione politica. Lo stesso Governatore, che mantiene a pieno titolo la responsabilità del governo della Regione e degli atti emanati dalla Giunta, dichiara pubblicamente, come esponente di Liberi e Uguali, che sono necessarie 40 mila nuove assunzioni nel Ssn. Una dichiarazione - sottolineano - che collide in modo eclatante con le decisioni che assume nella Regione che governa".
"Se questa decisione andrà avanti, e verrà mantenuta anche dopo il 4 marzo, saranno inevitabili forti tagli ai servizi erogati ai cittadini, a partire dai centri ospedalieri periferici, dove già oggi le risorse sono ridotte all’osso e i professionisti che si vorrebbero tagliare già non ci sono più, oramai da anni, sostituiti da colleghi di altre strutture che si sobbarcano i turni scoperti in sedi spesso molto disagiate. Che queste ricadute non siano note alla Giunta Regionale della Toscana, e in particolare al suo presidente e all’assessore alla Sanità, non appare credibile. E' evidente - conclude l'intersindacale - il disegno di trasferire alla sanità privata parte consistente delle attività sanitarie pubbliche, lasciando campo libero all’intermediazione assicurativa".
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