Inquinamento atmosferico, un fattore di rischio per la demenza?
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- I dati in letteratura suggeriscono un’associazione tra gli inquinanti atmosferici, soprattutto il particolato PM2,5, e un rischio aumentato di demenza, indicando l’importanza di fare sforzi, sul piano personale ma soprattutto politico, per ridurre l’esposizione della popolazione.
- Probabilmente l’associazione si ha anche con altri inquinanti, quali ossido di azoto (NOx) e biossido di azoto (NO2).
Perché è importante
- Sebbene diversi tra loro, gli studi sull’associazione tra inquinamento atmosferico e demenza sono aumentati negli ultimi 10 anni.
- Questa è la prima revisione sistematica e metanalisi che:
- ha incluso studi con approcci di accertamento attivo dei casi, con uno screening sulla popolazione seguito da una valutazione della demenza in prima persona tra coloro che che risultavano sani al basale;
- ha utilizzato un nuovo strumento in grado di valutare nel dettaglio i bias negli studi ambientali.
- Viste le dimensioni delle popolazioni esposte agli inquinanti atmosferici, le conseguenze per la salute potrebbero essere elevate sebbene le stime degli effetti siano minori di quelle per altri fattori di rischio, come fumo e istruzione.
Come è stato condotto lo studio
- Sono stati ricercati studi con un follow-up longitudinale, che hanno preso in considerazione proxy dell’inquinamento da traffico e i criteri per gli inquinanti atmosferici della Environmental Protection Agency (EPA) statunitense, l’esposizione media in almeno un anno e riportato associazioni tra inquinanti ambientali e demenza clinica.
Risultati principali
- Su 51 studi identificati, tutti pubblicati negli ultimi 10 anni, 16 sono stati inclusi nella mentanalisi.
- Sono emerse prove di un’associazione tra il PM2,5, analizzato in 14 studi, e la demenza: l’HR globale per ogni 2 μg/m3 era di 1,04, uguale a quello osservato con gli studi in cui l’esposizione al particolato era inferiore allo standard annuale dell’EPA (12 μg/m3), già di per sé inferiore a quello dell’Unione Europea e del Regno Unito.
- Nei 7 studi che hanno utilizzato un approccio di accertamento attivo dei casi, l’HR era di 1,42 (1,03 tra quelli senza tale approccio) e, dopo l’esclusione di 4 studi per problemi di metodologia, diventava di 1,17.
- I dati suggeriscono anche un’associazione della demenza con NO2 (HR 1,02 e 1,05 per 10 μg/m3) e NOx, ma non con l’ozono.
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