In Italia ogni anno 4mila casi di malattie tropicali dimenticate
- Univadis
- Attualità mediche
Roma, 27 gen. (Adnkronos Salute) - Le malattie tropicali neglette o dimenticate colpiscono nel mondo oltre un miliardo di persone e causano oltre mezzo milione di morti l'anno. Ma anche l'Italia non è immune, con oltre 4mila casi l'anno, sottostimati rispetto alla reale incidenza che è almeno 10 volte più alta e colloca il nostro Paese al quarto posto per diffusione nell'area europea dopo Inghilterra, Francia e Germania. Dalla strongiloidosi all'echinococcosi, dalla dengue alla chikungunya, le malattie tropicali sono presenti anche nella Penisola in conseguenza alla mobilità di persone, cibi, insetti e animali. In occasione della Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette (30 gennaio), all'Irccs Negrar per le malattie infettive e tropicali (Verona) si terrà un incontro internazionale di 2 giorni con il Gruppo tecnico informazione-educazione-comunicazione dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla malattia di Chagas.
Il mondo delle malattie tropicali neglette è un gruppo eterogeneo di 20 malattie molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, funghi e tossine. Sono malattie 'dimenticate' dall'agenda politica e anche dalla ricerca scientifica, 'invisibili' all'opinione pubblica e diffuse tra le popolazioni povere e marginalizzate che vivono in Paesi in via di sviluppo. Gli esperti del Negrar, dal 2014 centro collaboratore dell'Oms, faranno il punto su questa e le altre patologie con l'obiettivo di migliorare il controllo delle malattie tropicali neglette a livello globale e portare l'attenzione di tutti su queste 20 patologie che in Italia non devono essere sottovalutate perché potenzialmente pericolose.
La mancata attenzione nei confronti delle malattie infettive dimenticate ne favorisce una sempre maggiore diffusione anche in Italia, dove già si sono verificate un'epidemia autoctona di Dengue e due di chikungunya, e dove nel periodo della pandemia è 'ricomparsa' negli anziani la strongiloidosi, una parassitosi a cui è positivo circa l'1% degli over 65 italiani.
"La strongiloidosi è stata inserita nell'elenco delle malattie tropicali neglette grazie al contributo del Negrar che negli ultimi 10 anni ha diagnosticato varie centinaia di casi, registrando la più alta casistica in Italia e una delle maggiori in Europa - spiega Dora Buonfrate, medico presso il Dipartimento di Malattie infettive e tropicali e direttrice del Centro collaboratore Oms sulla strongiloidosi e altre e altre malattie neglette - Le persone positive al parassita responsabile di strongiloidosi sono in maggioranza anziani che vi sono venuti in contatto nei decenni scorsi, camminando a piedi scalzi in campagna o toccando terriccio contaminato da feci umane, due evenienze oggi molto meno probabili. I sintomi possono essere banali come un semplice prurito, ma se il paziente è immunodepresso la malattia può peggiorare fino a diventare fatale: è il rischio che è stato corso da alcuni durante la pandemia, quando in molti anziani le terapie cortisoniche per Covid-19 hanno abbassato le difese immunitarie e slatentizzato la strongiloidosi. Un'adeguata sorveglianza e la diagnosi precoce sono le armi per combattere questa, ma anche le altre malattie tropicali neglette".
"La pandemia ci ha insegnato che la salute e la malattia oggi sono da considerare fenomeni globali: una patologia presente in una parte del mondo può rapidamente 'viaggiare' e raggiungere qualsiasi altro luogo grazie alla mobilità di persone, cibi, animali e con l'aiuto del cambiamento climatico - sottolinea Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell'Irccs Negrar - Anche per questo l'Oms nella sua roadmap 2021-2030 prevede la riduzione del 90% del numero di persone che necessitano di interventi per le malattie tropicali neglette e del 75% della disabilità indotta da tali malattie, che è spesso grave, oltre che l'eliminazione di almeno due delle 20 patologie dimenticate, dracunculiasi e framboesia. Diminuire le infezioni e la circolazione delle malattie con un adeguato monitoraggio è infatti necessario per ridurre il pericolo a livello globale".
L'incontro sarà poi l'occasione per fare il punto soprattutto sulla malattia di Chagas, 'killer silenzioso' che uccide ogni anno 12mila persone nel mondo, contagiandone dai 6 ai 7 milioni. "Questa malattia è presente soprattutto in America Latina ed è trasmessa anche per via materno-infantile e attraverso trasfusioni di sangue - riferisce Andrea Angheben, medico responsabile clinico del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali Irccs Negrar - La malattia di Chagas in Centro America uccide più della malaria, ma non può essere considerata un pericolo lontano perché può arrivare ovunque con i viaggi internazionali: per questo uno screening per le malattie tropicali neglette in categorie a rischio come viaggiatori internazionali o migranti è considerato fondamentale ed è anche meno costoso di quanto sarebbe necessario spendere, poi, per curare un paziente che manifestasse una patologia. Il centro di Negrar prevede metodi diagnostici specifici e percorsi clinici assistenziali dedicati che sono frutto di anni di gestione di queste malattie, ma percorsi altrettanto adeguati non sono facilmente reperibili altrove in Italia".
"Per questo - conclude Gobbi - sarebbe opportuno anche aumentare le conoscenze nel settore, creando nella università di medicina una specialità della salute globale, i cui esperti possano misurarsi con le sfide di un mondo sempre più globalizzato, trovando anche le risposte più adeguate per limitare le future epidemie e pandemie".
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute