In Italia medicina difensiva pesa per 0,75% del Pil

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Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) - La cosiddetta 'medicina difensiva' - quei comportamenti tenuti dall’operatore sanitario nei confronti del paziente con il solo fine di evitare il rischio della insorgenza dei contenziosi civili e penali a carico del medico e/o della struttura sanitaria - oltre a costringere i medici in trincea, incide sul Servizio sanitario nazionale per circa 10 miliardi l’anno, pari allo 0,75% del Pil (dati al 2014). E' quanto ricordato in occasione della presentazione, oggi a Roma, della ricerca "La legge Gelli-Bianco e l’accertamento tecnico preventivo. Un primo bilancio sull’accertamento della responsabilità sanitaria nel Tribunale di Roma", realizzata dall’Eurispes, in collaborazione con la XIII Sezione del Tribunale di Roma, l’Enpam e lo studio legale Di Maria Pinò.

La Legge Gelli sulla responsabilità sanitaria si prefiggeva infatti, tra gli altri, un obiettivo ben preciso: quello di combattere la medicina difensiva. Il contrasto a questo fenomeno - riflettono gli esperti - necessita anche e soprattutto di un intervento sociale e culturale di sistema, incentrato sul diritto ad un’adeguata informazione dei cittadini sulla efficacia degli interventi sanitari, costruito mediante il dialogo tra il paziente e il medico. Un particolare sforzo, dunque - conclude la nota - dovrà essere fatto in questa direzione.