Il recupero post-operatorio migliora con una app
- Elena Riboldi
- Uniflash
I risultati di uno studio dell’Università di Calgary (Canada) dimostrano che un protocollo di follow-up che include il monitoraggio da remoto mediante un’applicazione per lo smartphone è in grado di migliorare la qualità del recupero postoperatorio. I pazienti apprezzano il fatto di riuscire a interagire con il medico e i chirurghi la possibilità di individuare velocemente eventuali complicanze. Resta da chiarire se questo tipo di assistenza sia sostenibile al di fuori del contesto sperimentale.
Il feedback del paziente
Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Surgery, ha coinvolto 72 donne sottoposte a interventi di chirurgia oncologica, ricostruzione del seno dopo mastectomia o chirurgia ginecologica maggiore. Le partecipanti sono state assegnate in maniera random al follow-up convenzionale o al follow-up assistito da una app appositamente creata.
Grazie alla app le pazienti potevano inviare al chirurgo un feedback sulla propria esperienza di recupero rispondendo al questionario Quality of Recovery 15 (QoR15), segnalare sintomi, trasmettere fotografie della ferita e comunicare i volumi di drenaggio. È stato richiesto un uso dell’app giornaliero per le prime due settimane e settimanale per altre quattro settimane. Indipendentemente dal gruppo sperimentale, le pazienti hanno incontrato il chirurgo una (intervento ginecologico) o due volte (ricostruzione del seno). Il grado di soddisfazione delle pazienti è stato misurato somministrando il questionario Patient Satisfaction Questionnaire III (PSQ-III).
Miglior recupero, costi simili
Le pazienti che usavano la app avevano un recupero migliore delle altre. Il punteggio medio QoR15 era 10 punti più alto a 2 settimane dall’intervento (127,58 contro 117, 68) e 7 punti più alto a 6 settimane (136,64 contro 129,76). Le differenze erano statisticamente significative e clinicamente rilevanti.
Il livello di soddisfazione era paragonabile nei due gruppi. Similmente, non sono state osservate differenze significative per numero di complicanze post-operatorie e numero di contatti con l’ospedale (telefonate, E-mail, visite non programmate). I costi erano simili nei due gruppi; va detto che, essendo previsto lo stesso numero di visite in presenza per tutte le partecipanti allo studio, il design stesso dello studio non ha permesso di accertare un eventuale risparmio di risorse.
Un impegno serio
“I chirurghi intervistati alla fine dello studio hanno attestato che erano molto soddisfatti della possibilità di esaminare le fotografie delle ferite e di comunicare con i pazienti, ma i pazienti hanno riportato di desiderare un accesso ancora maggiore ai chirurghi, con la facoltà di mandare messaggi direttamente attraverso la app – afferma in un editoriale Heather L. Evans, professoressa di Chirurgia della Medical University of South Carolina (Charleston, USA) – Sono già stati segnalate discordanze di prospettive e requisiti di cura tra pazienti e sanitari, è improbabile che l’implementazione degli strumenti di medicina digitale sia possibile senza una risoluzione di questo conflitto”.
“Un limite importante dello studio di Temple-Oberle e colleghi è che la revisione dei dati della app era facilitata da un coordinatore dello studio che era anche responsabile del supporto tecnico – aggiunge Evans – Non è chiaro se senza questo facilitatore dedicato sia possibile l’implementazione e l’uso duraturo della app, il che limita la generalizzabilità dei risultati al di fuori dell’ambiente di ricerca”
Per molti ma non per tutti?
“Il nostro studio dimostra il vantaggio di un follow-up basato su una app – rimarcano gli autori – Tuttavia, questo tipo di follow-up potrebbe non andare bene per tutti. In fase di reclutamento molti pazienti hanno declinato l’invito, e un paziente randomizzato alla app ha abbandonato lo studio, perché si sentivano troppo sopraffatti per partecipare”.
C’è il rischio che chi non ha dimestichezza con la tecnologia o non può permettersi uno smartphone rimanga indietro. È anche vero che se questo tipo di follow-up permettesse di ridurre le visite in presenza il vantaggio economico sarebbe importante soprattutto per le fasce emarginate della popolazione.
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