I vaccini antiCovid alterano il ciclo mestruale?


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di Maria Cristina Valsecchi*

Complice l’attenzione a possibili effetti collaterali della vaccinazione, negli ultimi tempi si accumulano segnalazioni aneddotiche di alterazioni del ciclo mestruale, in particolare perdite anticipate e più abbondanti del solito, dopo la somministrazione di vaccini anti Covid-19. La lista dei più comuni effetti indesiderati dei quattro prodotti in uso in Italia (1), Pfizer, Moderna, Astra Zeneca e Johnson & Johnson, non riporta alcun riferimento a questo fenomeno, ma in rete e sui social circolano diverse testimonianze in tal senso e gli esperti britannici del Royal College of Obstetricians & Gynaecologists (2) stanno indagando sulla possibilità di un nesso causale con la somministrazione del vaccino.

Aneddoti o evidenze?

Per valutare un’eventuale correlazione tra vaccinazione anti-Covid e alterazioni del ciclo bisogna innanzi tutto raccogliere numeri sul fenomeno: determinare la frequenza e l’entità delle irregolarità mestruali dopo la somministrazione del vaccino e confrontarle con quelle nella popolazione non vaccinata. Al momento questi numeri non ci sono. Le informazioni al riguardo sono solo aneddotiche, circolano in rete o col passaparola, e riferiscono di mestruazioni anticipate o posticipate, perdite insolitamente abbondanti o insolitamente scarse, spotting intermestruale, perdite inaspettate dopo la menopausa, a seguito della somministrazione di questo o quel vaccino anti-Covid. Pochi di questi episodi, però, sono stati registrati dai servizi nazionali di farmacovigilanza.

Quello britannico (3) riporta alcune centinaia di segnalazioni in tal senso dall’inizio della campagna vaccinale fino al 14 giugno, un numero considerato insufficiente per ipotizzare un effetto indesiderato del vaccino. Il sistema di sorveglianza dell’AIFA (4) non riferisce alcuna segnalazione in Italia alla data del 26 maggio scorso.

Che cosa può significare questa scarsità di dati? Consideriamo diverse possibilità. Forse effettivamente non c’è alcuna correlazione tra la vaccinazione e le alterazioni del ciclo. Tutte le donne, nella propria vita, sperimentano ogni tanto delle irregolarità mestruali e le testimonianze aneddotiche che si incontrano in rete si riferiscono a irregolarità spontanee che solo casualmente si sono verificate dopo la somministrazione del vaccino. Chi ne sente parlare è portata a prestare maggiore attenzione a se stessa, a cogliere piccole anomalie che normalmente trascurerebbe, e i racconti si moltiplicano a cascata, su un fenomeno che in realtà è inesistente.

All’opposto, non si può escludere la possibilità che il fenomeno sia reale, che esista un nesso tra vaccinazione e alterazioni del ciclo ma che molte donne omettano di riferire l’accaduto al medico curante o di segnalarlo al sito pubblico della farmacovigilanza per riservatezza o, viceversa, perché tutte, di quando in quando, sperimentano qualche irregolarità mestruale.

Quel che serve sono numeri e studi progettati per cogliere eventuali anomalie nel rumore di fondo delle irregolarità casuali e fisiologiche.

Quale potrebbe essere la causa?

C’è un meccanismo biologico plausibile che potrebbe giustificare un’eventuale correlazione tra vaccinazione anti-Covid e alterazioni del ciclo mestruale? In che modo il vaccino potrebbe turbare la regolarità del ciclo?

Gli esperti del Royal College of Obstetricians & Gynaecologists (2) ipotizzano che lo stress psicologico prodotto dalle particolari condizioni in cui viviamo, dalla pandemia, e anche dai timori nei confronti della vaccinazione, potrebbe alterare il ciclo ovulatorio, come accade a volte per lo stress dovuto ad altre ragioni: difficoltà sul lavoro, un trauma, un lutto.

Un’altra ipotesi prospettata (5) da Hamid Merchant, farmacologo dell’Università di Huddersfield, in Gran Bretagna, è che gli episodi di spotting intermestruale o di perdite insolitamente abbondanti riportati da alcune donne dopo la vaccinazione siano provocati dal calo delle piastrine, quindi dalla minore capacità del sangue di coagulare, che è un effetto temporaneo abbastanza frequente della somministrazione dei vaccini anti-Covid, sia quelli a mRNA come Pfizer e Moderna, sia quelli a vettore virale come Astra Zeneca e Johnson & Johnson.

Nessuna conseguenza per la fertilità e la sicurezza in gravidanza

Che il fenomeno sia reale o meno, e quale che sia eventualmente il meccanismo responsabile, la buona notizia è che la vaccinazione non compromette la fertilità femminile e in gravidanza non aumenta il rischio di aborto spontaneo o malformazioni. I dati raccolti finora sono abbondanti e l’evidenza è solida.

Gli Stati Uniti hanno istituito un registro a cui possono iscriversi volontariamente le donne che scelgono di vaccinarsi durante la gravidanza o nel mese precedente il concepimento. L’andamento delle loro gravidanze e lo stato di salute dei nati viene controllato periodicamente nel tempo. Attualmente il registro contiene informazioni relative a più di 124 mila volontarie.

Secondo un primo studio realizzato analizzando questi dati e pubblicato di recente (6), la vaccinazione non comporta un aumento dei rischi per la salute delle donne e dei loro futuri bambini.

Non emergono problemi neppure quando la vaccinazione precede di poco il concepimento, che sia spontaneo o frutto di procreazione assistita. Una nota dell’American Society for Reproductive Medicine (7) afferma: “Benché gli effetti dei vaccini sulla fertilità non siano stati studiati nello specifico durante la sperimentazione clinica, non sono stati riportati problemi di perdita di fertilità tra i partecipanti alla sperimentazione, né tra i milioni di persone che hanno ricevuto i vaccini dopo la loro autorizzazione, né sono emersi segni di infertilità negli studi sugli animali”. Nella stessa nota si raccomanda alle pazienti che hanno in programma un trattamento di PMA di prevedere un’attesa minima di tre giorni (non un mese o più) tra la vaccinazione e procedure come l’inseminazione assistita, la raccolta degli ovociti o il trasferimento in utero dell’embrione, “non perché ci siano dubbi sulla sicurezza dei vaccini, ma perché alcuni effetti noti della vaccinazione, come la febbre e il malessere generale, potrebbero essere confusi con effetti indesiderati delle procedure mediche”.

In conclusione, che fare?

Concludendo, al momento non esistono evidenze che la vaccinazione anti-Covid provochi alterazioni del ciclo mestruale né evidenze opposte. Servono più dati e più studi sull’argomento per chiarire la questione. Il medico che venisse a conoscenza di un tale evento deve comportarsi come di fronte a qualsiasi perdita di sangue anomala. In secondo luogo, renderà un servizio utile se segnalerà l’accaduto sul sito della farmacovigilanza dell’AIFA (8).

Che sia reale o meno, il fenomeno non sembra avere alcun impatto sulla fertilità femminile o sull’esito della gravidanza.

*L’autrice, giornalista scientifica, ha creato, insieme alla collega Valentina Murelli, il sito di informaziona Eva – Sapere è potere, che si occupa di rispondere, alla luce della evidence-based medicine, ai dubbi delle donne lettrici in materia di salute riproduttiva, sessualità, salute dell’infanzia e prevenzione. Il sito è stato insignito recentemente del premio Cancer Journalism Award della European School of Oncology per la qualità dell’informazione sulla prevenzione oncologica delle donne.