I medici ucraini rispondono al sondaggio di Medscape e raccontano l'impatto della guerra
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
Recentemente, la testata Medscape.com ha lanciato un sondaggio tra i suoi lettori di tutto il mondo per sapere cosa pensano delle sanzioni e dell'isolamento dei colleghi russi da parte di società scientifiche e centri di ricerca. Il sondaggio, però, conteneva anche altre domande riguardo all'impatto che questa guerra ha avuto sulla vita dei medici. Tra le risposte, e soprattutto tra i commenti, sono apparsi molti medici russi e molti medici ucraini.
Quasi tutti i medici ucraini dicono di essere stati colpiti in modo importante dall'invasione russa, e una quota altrettanto grande crede che le società mediche internazionali dovrebbero espellere i membri russi.
Degli oltre 2000 medici ucraini che hanno risposto e che attualmente praticano la medicina, il 95% ha detto di essere stati colpiti essi stessi dalla guerra o che a risentirne è stata la loro attività professionale.
Tra gli altri intervistati, solo il 12% dei medici statunitensi e il 17% di quelli al di fuori degli Stati Uniti e dell'Ucraina hanno riferito di essere stati impattati dal conflitto.
Gli intervistati sono stati invitati a lasciare un commento sulla loro esperienza personale, e circa 100 lo hanno fatto. Un oncologo ed ematologo pediatrico di Poltava, nel nord-est dell'Ucraina, ha detto che la guerra ha "costretto decine di miei pazienti a lasciare le proprie case per continuare le cure oncologiche....È assolutamente inaccettabile ricevere la chemioterapia in rifugi antiatomici e scantinati".
Il dottor Andrii Berbets della Bukovinian State Medical University di Chernivtsi, una città nel sud-ovest dell'Ucraina, ha scritto che ha dovuto interrompere il suo lavoro "come professore di ginecologia e unirsi alle forze armate ucraine come medico generico".
Un altro intervistato, un neurologo pediatrico che aveva anche un secondo in una farmaceutica, ha spiegato che la sede della società è a Kharkiv, "che attualmente è bombardata dalle truppe russe e per cui la società è stata costretta a chiudere".
L'opinione degli ucraini contro l'establishment medico russo è stata quasi universalmente negativa, poiché il 95% ha detto che i medici russi dovrebbero essere espulsi dalle società professionali internazionali.
Berbets ha detto che "tutte le società professionali russe devono essere bandite da tutte le attività mediche internazionali in modo permanente per aver giustificato l'aggressione".
Diversi intervistati hanno basato la loro opposizione contro la comunità medica russa sulla dichiarazione di sostegno alla guerra pronunciata sa un'organizzazione universitaria nazionale, l'Unione russa dei rettori, all'inizio di marzo.
Un'altra risposta al sondaggio, tuttavia, ha offerto una ragione per mantenere una presenza russa nelle società mediche: "La partecipazione dei colleghi russi nelle associazioni professionali è almeno un'opportunità per trasmettere loro le vere informazioni sull'incubo che sta accadendo in Ucraina".
I medici statunitensi e la comunità internazionale hanno condiviso questa linea di ragionamento. Solo il 16% dei 613 medici americani intervistati ha detto che i colleghi russi dovrebbero essere espulsi, e il 14% dei 5076 intervistati non americani e non ucraini (tra cui 300 medici russi) era d'accordo con questa posizione.
Il divario tra i medici ucraini e quelli statunitensi/non statunitensi è stato leggermente più ridotto per quanto riguarda la questione delle società mediche che prendono posizioni pubbliche su questioni politiche: l'85% degli intervistati ucraini ha detto che dovrebbero farlo, rispetto al 24% degli americani e al 21% dei medici internazionali. I dati del sondaggio mostrano che i medici americani e internazionali sono quasi ugualmente suddivisi tra coloro che pensano che dipende dalla questione sulla quale bisogna esprimersi (35%) e quelli che pensano che sia meglio non prendere posizione in alcun caso (40%).
I medici ucraini credono anche più fortemente degli altri che le aziende farmaceutiche dovrebbero smettere di vendere medicinali in Russia. Solo il 4% degli intervistati ucraini sostiene la continuazione delle vendite di tutti i farmaci in Russia, contro il 54% degli americani e il 70% del gruppo internazionale, con i tre gruppi più simili riguardo alle vendite dei soli farmaci salvavita: 29% per gli ucraini, 30% per gli americani, e 21% per quelli al di fuori degli USA e dell'Ucraina.
I medici americani sono meno propensi a dichiarare di aver intrapreso azioni personali per opporsi alle azioni russe contro l'Ucraina (32%) rispetto ovviamente ai medici ucraini (93%), ma più propensi rispetto al gruppo internazionale (28%), che contiene anche il contingente dei medici russi.
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