Gli incentivi economici aiutano a smettere di fumare
- Cristina Ferrario — Agenzia Zoe
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- Gli interventi aziendali per favorire la cessazione del fumo hanno scarsa efficacia.
- Rispetto alla sola strategia informativa e motivazionale, l’aggiunta gratuita di strumenti per la cessazione (come i cerotti alla nicotina) o di sigarette elettroniche (e-cig) non migliora i tassi di astinenza.
- Di contro, strategie che prevedono anche incentivi finanziari si traducono in tassi di astensione più elevati rispetto alla sola fornitura di aiuti per la cessazione.
Descrizione dello studio
- Nello studio sono stati coinvolti impiegati di 54 diverse aziende, tutti fumatori.
- I partecipanti sono stati assegnati a uno dei 4 gruppi di intervento previsti o alle cure tradizionali.
- Le cure tradizionali consistevano nell’accesso a informazioni sui benefici della cessazione del fumo e in un servizio di messaggi motivazionali.
- Oltre alle cure tradizionali, i 4 gruppi prevedevano diverse strategie di intervento.
- Gruppo A: fornitura gratuita di strumenti per la cessazione (terapia nicotinica sostitutiva o farmacoterapia, con e-cig in caso di fallimento delle terapie standard).
- Gruppo B: fornitura gratuita di e-cig (senza la necessità di un precedente fallimento delle terapie standard).
- Gruppo C: fornitura gratuita di strumenti per la cessazione, più 600 dollari di ricompensa per l’astinenza sostenuta.
- Gruppo D: fornitura gratuita di strumenti per la cessazione, più 600 dollari in fondi riscattabili, depositati in fondi separati per ciascun partecipante e con rimozione dei soldi dal fondo in caso di mancato rispetto degli obiettivi di cessazione.
- L’esito primario era l’astinenza sostenuta dal fumo per 6 mesi dopo la data fissata di cessazione.
- Fonte di finanziamento: Vitality Institute.
Risultati principali
- Sono stati invitati a partecipare allo studio 6.131 dipendenti e 6.006 sono stati sottoposti a randomizzazione.
- In totale, 1.191 dipendenti aziendali sono entrati nella popolazione «attiva» dello studio, ovvero quella che aveva effettuato almeno una volta l’accesso al sito dedicato al programma.
- I tassi di astinenza nei 6 mesi sono stati: 0,1% nel gruppo cure tradizionali; 0,5% nel gruppo A; 1,0% nel gruppo B; 2,0% nel gruppo C e 2,9% nel gruppo D.
- Per quanto riguarda i tassi di astinenza sostenuta nel tempo, quelli osservati per i gruppi D e C sono risultati superiori a quelli del gruppo A (P<0,001 e P=0,006, rispettivamente, con livelli significativi aggiustati per confronti multipli).
- I tassi del gruppo D sono risultati superiori a quelli del gruppo B (P=0,008).
- L’offerta gratuita di e-cig non è risultata superiore alle cure tradizionali (P=0,20) o alla fornitura gratuita di strumenti per la cessazione (P=0,43).
- Tra i partecipanti «attivi», i tassi di astinenza sostenuta sono risultati da 4 a 6 volte più alti di quelli osservati nella popolazione non attiva, con dati di efficacia relativa simili.
Limiti dello studio
- La caratterizzazione a livello demografico e di utilizzo del fumo è limitata dallo stesso disegno dello studio.
- Le risposte al primo mese sono state più numerose nei partecipanti che stavano ricevendo incentivi economici.
Perché è importante
- Il fumo rappresenta una delle principali cause di malattia e decesso negli Stati Uniti, dove lo studio è stato condotto.
- Un dipendente fumatore costa alla propria azienda molto di più di un non-fumatore.
- Molte aziende USA offrono ai propri dipendenti programmi per la cessazione del fumo e circa metà di esse prevede un incentivo economico per chi riesce a raggiungere l’obiettivo.
- Mancano dati conclusivi sull’efficacia degli interventi per la cessazione del fumo attuati sul luogo di lavoro e sull’efficacia relativa dei diversi interventi.
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute