Gimbe, Covid frena viaggi speranza, 3,3 mld euro da Sud a Nord nel 2020

  • Univadis
  • Adnkronos Sanità
L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano

Milano, 16 mar. (Adnkronos Salute) - In Italia lo tsunami Covid-19 ha frenato i viaggi della speranza, almeno nel primo anno di pandemia. Nel 2020 la mobilità sanitaria interregionale - un flusso sostanzialmente diretto dal Sud al Nord del Paese - ha raggiunto un valore di oltre 3,33 miliardi di euro, meno rispetto agli anni precedenti (3,9 miliardi nel 2019, oltre 4,5 miliardi dal 2016 al 2018). E' quanto emerge da un report sulla migrazione sanitaria elaborato dalla Fondazione Gimbe per misurare le dimensioni di "un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali etiche ed economiche - afferma il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta - che riflette le grandi diseguaglianze nell'offerta di servizi sanitari tra le varie regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Infatti, le regioni con maggiore capacità attrattiva si trovano ai primi posti nei punteggi Lea" sull'adempimento dei Livelli essenziali di assistenza, "mentre gli ultimi posti sono occupati da quelle con mobilità passiva più elevata".

Il report - spiega Cartabellotta - è stato realizzato utilizzando sia i dati economici aggregati per analizzare la mobilità attiva (capacità di una regione di attrarre pazienti da altre), la mobilità passiva (migrazione di pazienti verso altre regioni) e i saldi (differenza tra le due voci), sia i flussi trasmessi dalle Regioni al ministero della Salute con il cosiddetto 'Modello M', che permettono di esaminare la differente capacità di attrazione del pubblico e del privato di ogni regione, oltre alla tipologia di prestazioni erogate in mobilità. I dati sulla mobilità sanitaria riguardano 7 tipologie di prestazioni: ricoveri ordinari e Day hospital (differenziati per pubblico e privato), medicina generale, specialistica ambulatoriale (differenziata per pubblico e privato), farmaceutica, cure termali, somministrazione diretta di farmaci, trasporti con ambulanza ed elisoccorso.

Nel 2020, dunque, il valore della mobilità sanitaria ammonta a 3.330,47 milioni di euro: "Una cifra inferiore a quella degli anni precedenti. In parte - commenta Cartabellotta - in ragione dell'emergenza pandemica Covid-19 che ha ridotto gli spostamenti delle persone e l'offerta di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, in parte per l'esclusione nel 2020 del valore della mobilità della Calabria, che ammonta a circa 250 milioni". In base ai dati del Modello M, infatti, la Calabria ha 224,4 milioni di debiti e 27,2 milioni di crediti, somme che saranno compensate a partire dal 2026: di conseguenza - precisa la Fondazione - la regione è stata esclusa dalle analisi su mobilità attiva, mobilità passiva, saldi e saldi pro-capite.