Fondazione Humanitas e Rinascente insieme contro cancro dell’ovaio

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Roma, 3 apr. (Adnkronos Salute) - Il bello della ricerca si rinnova. Per il secondo anno consecutivo Rinascente sostiene i progetti al femminile di Fondazione Humanitas per la ricerca. Per tutto aprile, il 10% del ricavato degli acquisti effettuati negli spazi dei Beauty Bar di Piazza Duomo a Milano e nei punti vendita di Monza e Catania, saranno devoluti quest’anno a studi innovativi per contrastare il tumore dell’ovaio e del seno. Anche un piccolo acquisto all’Annex al primo piano dello store, dedicato al fashion, scarpe e sneakers, cosmetici e molto altro, o anche al Department al piano terra con marchi del make up e beauty più amati dalle teenager, può fare la differenza per tante donne affette da questa neoplasia.

Le ultime stime disponibili, al 2020, riferiscono 5.200 nuove diagnosi e 3.200 decessi, una sopravvivenza netta del 43% a 5 anni dalla diagnosi e una aspettativa di vita di ulteriori 4 anni, pari al 55%, condizionata dall’avere superato il primo anno dopo la diagnosi. Oggi sono 49.800 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore dell’ovaio, ancora troppo poche. Invertire questa tendenza è impegno e obiettivo della ricerca. E anche lo shopping può contribuire a questa battaglia.

Battere il tumore dell'ovaio sul tempo, intercettandolo in una fase più iniziale, e riconoscerne le diverse tipologie, rendendolo dunque più facilmente curabile, sono gli obiettivi di alcuni progetti di Ricerca che Maurizio D’Incalci, responsabile del Laboratorio di Farmacologia antitumorale di Humanitas e docente di Humanitas University, e il suo team di ricercatori, stanno conducendo grazie anche a finanziamenti dell'omonima Fondazione.

"Nel panorama terapeutico - spiega - stanno destando interesse i Parp-inibitori. Questi farmaci si sono già dimostrati particolarmente efficaci in caso di mutazioni nei geni Brca1 e 2. Recenti ricerche però, a cui abbiamo contribuito in Humanitas, dimostrano che questi farmaci sono potenzialmente efficaci anche in altre pazienti - sottolinea D’Incalci - come quelle con tumori che presentano difetti nel meccanismo di riparazione del Dna chiamato 'homologous recombination repair'. In oltre la metà dei casi di questo tipo, i Parp-inibitori si sono infatti dimostrati efficaci come terapia di mantenimento, avviata cioè dopo la classica chemioterapia con carboplatino e taxolo".

Un traguardo terapeutico importante, che dipende però dalla capacità di identificare le pazienti con questa forma di malattia e di monitorare l’evoluzione del tumore nel corso del trattamento. Per farlo, i ricercatori stanno mettendo a punto un sistema poco invasivo per la paziente, maneggevole per il clinico e a basso costo per il sistema: la biopsia liquida. "L’obiettivo del nostro progetto - prosegue D’Incalci - è rilevare nel plasma sanguigno, anziché nei tessuti tumorali, come normalmente accade, elementi che aiutino a capire se una paziente sta rispondendo positivamente alla terapia o se invece occorra virare verso un’altra opzione terapeutica. Lo studio, in particolare, ci permetterà di validare l’efficacia diagnostica della biopsia liquida in combinazione con gli esami radiologici".

"Secondo i nostri dati preliminari, questo protocollo permetterebbe anche di identificare, con un anticipo di circa 4-6 mesi rispetto alle metodiche standard, il rischio di ricomparsa di malattia. Ciò aprirebbe una preziosissima e importante finestra terapeutica in cui mettere in atto specifiche strategie terapeutiche per contrastare la ripresa di malattia. La biopsia liquida fornirebbe quindi diversi vantaggi - chiosa - un monitoraggio più accurato delle pazienti, il risparmio di terapie inutili e inefficaci, laddove queste produrrebbero solo tossicità e non un reale beneficio".

Accanto alla biopsia liquida, il gruppo di D’Incalci sta anche lavorando a dei progetti per la diagnosi precoce della malattia. "Abbiamo già identificato la 'firma molecolare' del tumore all’ovaio: è la sua instabilità genomica, del tutto peculiare. Ecco perché la misurazione di questa instabilità genomica ha grandi potenziali dal punto di vista diagnostico. Ma solo la ricerca può trasformare questo potenziale in realtà - afferma l'esperto - ecco perché è fondamentale continuare a sostenerla".

"I nostri department store sono punti di riferimento, attori determinanti dei centri storici che si fondono con il tessuto cittadino da cui assorbono l'essenza e contribuiscono a valorizzarlo. Ogni Store è unico, profondamente legato al territorio in cui è inserito. Da qui la volontà di proseguire con orgoglio anche nel 2023 con il progetto di Beauty Bar per la ricerca - conclude Pierluigi Cocchini, Ceo Rinascente - continuando l’impegno a sostegno di Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Fro Onlus e Fondazione Humanitas per la Ricerca, e soprattutto dando un ulteriore boost all’operazione portando la donazione al 10% su tutti i nostri store. Il cuore dei nostri Beauty Bar sono brand indipendenti e dal contenuto valoriale altissimo dove ricerca, innovazione e anticipazione delle tendenze sono driver essenziali per un consumo di prodotti sempre più consapevole".