Fials, Regione Lombardia non ferma fuga operatori da pronto soccorso

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Milano, 1 feb. (Adnkronos Salute) - Dalla Regione Lombardia "una toppa sull'allarme" sanitario "nelle carceri", ma "no soldi in più per i pronto soccorso", dai quali continua la fuga di operatori. La Fials, Federazione italiana autonomie locali e sanità, riassume così l'esito del tavolo che si è riunito in Regione con sindacati sulla situazione di carceri, pronto soccorso e poliambulatori di Milano. La sigla riconosce l'impegno della Regione che però, "specie sui pronto soccorso, rimane insufficiente", sottolinea in una nota. Il tavolo sarà riconvocato a fine febbraio.

"Regione Lombardia - spiega il sindacato - in sede di trattativa con le rappresentanze sindacali ha annunciato lo stanziamento di 110 milioni di euro per le Risorse aggiuntive regionali (Rar) per l'anno 2023, da distribuire tra comparto e dirigenza. Fials tiene a sottolineare che riconosce alla Lombardia di essere una delle poche Regioni che ancora si impegna con questo stanziamento, eppure speriamo che non si vada verso un accordo al ribasso, ovvero una revisione peggiorativa dell'accordo degli ultimi 2 anni. Che si continui piuttosto a tenere conto delle gravi criticità che il sistema sanitario regionale sta vivendo", è l'invito.

Per quanto riguarda i pronto soccorso, "come tristemente noto - analizza la sigla - la fuga" da queste strutture "è solo la conseguenza diretta di problematiche serissime delle aree di emergenza-urgenza: dai ritmi massacranti alle aggressioni al personale sanitario, fino alle remunerazioni inadeguate. Le speranze dei lavoratori dei pronto soccorso, e dei pazienti che vedranno sempre più crollare la qualità dell'assistenza, vengono rispedite momentaneamente al mittente: le prestazioni aggiuntive per il comparto, con particolare attenzione al personale infermieristico del pronto soccorso, rimangono di soli 30 euro l'ora. Mancano le risorse, ci è stato spiegato. La speranza di un aumento generale è da rimandare al recepimento al nuovo Ccnl e, in sintesi, a dopo le elezioni regionali. Un fronte doloroso che avrà conseguenze effettive. Perché pur comprendendo le difficolta di Regione, i lavoratori non sopporteranno ancora queste condizioni inique", avverte la Fials.

Capitolo carceri. "Come annunciato - ricorda la Federazione italiana autonomie locali e sanità - una delle principali tematiche su cui si concentrava il tavolo in Regione è la difficoltà in cui versa l'assistenza sanitaria nelle carceri distribuite su territorio regionale: poco personale, costretto ad assistere centinaia di pazienti (a Opera parliamo di due infermieri per 600 assistiti). La Direzione generale Welfare ha mostrato apertura sul tema e si è resa disponibile a valutare uno stanziamento per pagare le prestazioni aggiuntive per la copertura dei turni nelle carceri e per attivare un servizio di supporto psicologico per cercare di attenuare il forte disagio denunciato dai lavoratori. L'impegno assunto dal Dg Welfare Giovanni Pavesi è un primo passo importante, in attesa di riuscire a riorganizzare un sistema che ad oggi rimane fallimentare e per mettere una toppa nell'immediato alla grave carenza di personale".

Il terzo punto centrale del tavolo ha riguardato poi "le Case di comunità, che nel caso dell'Asst Nord Milano si sono trasformate in un limbo burocratico da cui i lavoratori vengono stritolati: la mutazione dei poliambulatori in Case di comunità in questo caso non ha ancora terminato il passaggio dei lavoratori dall'Asst Nord (di cui ad oggi sono formalmente dipendenti) a Fatebenefratelli-Sacco, Santi Paolo e Carlo e Niguarda cui le Case di comunità faranno riferimento. La conseguenza: operatori sanitari che non possono accedere alle cartelle cliniche, quindi alla storia medica dei pazienti, straordinari difficili da autorizzare e non si sa in capo a quale azienda dal punto di vista della remunerazione, per fare alcuni esempi. La Dg Welfare si è raccomandata di condurre una rapida ricognizione della situazione con le tre Asst, future cessionarie, di modo da formalizzare il prima possibile il completamento di questo iter giuridico-economico. Vigileremo - assicura il sindacato - trattandosi di molti lavoratori ad oggi 'figli di nessuno', e vogliamo credere che questa sia la strada giusta per la risoluzione di questo problema".