Conclusioni
- Olaparib ha migliorato significativamente sia la sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS), sia la sopravvivenza complessiva ad interim rispetto al trattamento ormonale nel tumore prostatico resistente alla castrazione metastatico (metastatic castration-resistant prostate cancer, mCRPC) con alterazioni genetiche correlate alla riparazione dei danni al DNA.
Perché è importante
- Fino al 30% degli uomini con mCRPC presenta tali alterazioni genetiche.
- Le opzioni terapeutiche per l'mCRPC sono limitate. Questo è il primo studio di fase 3 selezionato in base ai biomarcatori di un agente mirato a produrre risultati positivi in questo contesto.
Disegno dello studio
- La Coorte A presentava alterazioni nei geni BRCA1, BRCA2 o ATM e la Coorte B presentava alterazioni in uno dei 12 altri geni. Tutti presentavano mCRPC in progressione con enzalutamide o abiraterone acetato.
- I pazienti sono stati randomizzati (2:1) a olaparib o a scelta del medico a enzalutamide o abiraterone acetato (entrambi in aggiunta a prednisone).
- L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione radiografica (radiographic progression-free survival, rPFS) nella Coorte A.
- Finanziamento: AstraZeneca e MSD.
Risultati principali
- La rPFS mediana nella Coorte A era di 7,39 mesi con olaparib e 3,55 mesi con trattamento ormonale (hazard ratio [HR]: 0,34, IC al 95%: 0,25-0,47, P
- La sopravvivenza complessiva mediana (analisi ad interim) nella Coorte A era rispettivamente di 18,50 e 15,11 mesi con olaparib e trattamento ormonale (HR: 0,64, IC al 95%: 0,43-0,97, P=0,0173). La sopravvivenza è stata migliorata anche nella popolazione generale; il miglioramento si è avuto nonostante il crossover a olaparib nel braccio di terapia ormonale in entrambe le coorti.
- Il 16,4% dei pazienti ha interrotto olaparib a causa di eventi avversi, rispetto all’8,5% con il trattamento ormonale.
Limiti
- I dati sulla sopravvivenza non sono ancora maturi.
Il commento degli esperti
- “Questo studio che cambierà realmente la pratica clinica rappresenta l’inizio di un’era di terapia mirata [in questo contesto]”, ha affermato Eleni Efstathiou, MD, PhD (MD Anderson Cancer Center, Houston, TX), la conferenziera invitata non coinvolta nello studio.
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute