ERS 2023 – Sigarette elettroniche: i nuovi dati non fermano il dibattito
- Cristina Ferrario
- Conference Reports
Nel corso dei 5 giorni del congresso della European Respiratory Society, Milano è diventata il palcoscenico sul quale discutere di e-cig, dei rischi per la popolazione e dei potenziali vantaggi per i fumatori legati all’utilizzo di questi prodotti che, a conti fatti, hanno ormai invaso il mercato globale.
Si è parlato anche di legislazione e delle azioni che le istituzioni ma anche i singoli medici e cittadini possono mettere in campo per arginare questa “epidemia”.
Occhi puntati sui più giovani
A livello globale, l’8% delle donne e il 12% degli uomini “vapano” ovvero utilizzano e-cig e l’utilizzo di questi dispositivi ha visto una crescita costante nell’ultimo decennio con un’impennata durante la pandemia di Covid 19. Elif Dagli, pneumologa pediatrica ed esperta di strategie del controllo del tabacco, della Marmara University di Istambul, Turchia, ha fatto il punto sull’utilizzo delle e-cig da parte dei più giovani, partendo dai dati – a dir poco preoccupanti – che arrivano dagli Stati Uniti.
Le e-cig sono arrivate sul mercato USA nel 2007 e il loro utilizzo tra gli studenti delle scuole medie e superiori ha fatto registrare un incremento del 900% tra il 2011 e il 2015, tanto che oggi 3,6 milioni di giovani statunitensi fanno uso di e-cig.
“Analizzando il mercato sembra che proprio i più giovani rappresentino il target dei produttori di e-cig” ha affermato Dagli, mostrando le immagini utilizzate per le campagne pubblicitarie e sottolineando anche altri aspetti che supportano la sua affermazione. “Aromi dolci e design altamente tecnologici sono due strumenti utilizzati per attrarre un pubblico giovane” ha spiegato l’esperta, ricordando anche il ruolo dei tanti influencer che sui social media promuovono l’uso delle e-cig.
Anche se spesso vengono promossi come prodotti “meno dannosi”, le e-cig rappresentano un pericolo notevole per la salute. Numerosi studi in modelli animali mostrano infatti effetti negativi sul lungo periodo a livello cardiovascolare, neurologico, riproduttivo e anche danni sul feto. “Inoltre molte e-cig contengono nicotina, che crea dipendenza e può causare danni importanti al cervello che continua a crescere fino ai 25 anni” ha aggiunto Dagli, ricordando anche gli effetti negativi a livello celluare e molecolare dei diversi composti contenuti nelle e-cig.
Ogni medico dovrebbe chiedere a ciascun suo paziente se fa uso di sigarette o e-cig, suggerire strategie per smettere e se necessario fornire supporto per farlo. E dovrebbe continuare a porre queste domande ogni volta che vede un paziente” ha affermato con forza l’esperta.
Un aiuto per chi vuole smettere?
La presentazione dei dati di una recente revisione Cochrane mischia, per così dire, le carte in tavola. Peter Hajek, direttore dell’unità di ricerca su salute e stile di vita alla Barts and The London School of Medicine della Queen Mary University di Londra, ha mostrato come, secondo questa revisione aggiornata al novembre 2022, le e-cig rappresentino uno strumento efficace e sicuro per smettere di fumare.
In dettaglio, la revisione ha incluso un totale di 78 studi (studi randomizzati e controllati e studi di coorte) per un totale di oltre 22.000 persone coinvolte portando a termine diversi confronti: e-cig vs terapia nicotinica sostitutiva come cerotti o gomme da masticare (nicotine replacement therapy, NRT), e-cig con nicotina vs e-cig senza nicotina e e-cig vs supporto comportamentale o nessun supporto. E a conti fatti le sigarette elettroniche si sono rivelate più efficaci delle varie NRT (risk ratio: 1,63) con un elevato grado di certezza delle prove. Le e-cig con nicotina sono risultate più efficaci di quelle senza (risk ratio: 1,93; grado moderato) e l’efficacia delle e-cig ha superato notevolmente quella degli interventi comportamentali o dell’assenza di interventi (risk ratio: 2,26) ma in questo caso il grado di certezza è basso. “Per quanto riguarda la sicurezza, al momento i dati non mostrano danni legati all’utilizzo, ma bisogna tenere presente che il follow up più lungo presente negli studi valutati era di soli 2 anni” ha spiegato Hajek, che pur sostenendo efficacia e sicurezza delle e-cig per la cessazione del fumo ha affermato che i medici devono essere chiari con i propri pazienti: “È importante parlare ai pazienti anche dei dubbi ancora aperti incluso il fatto che molti fumatori che hanno abbandonato le sigarette grazie alle e-cig ancora vapano dopo un anno” ha detto.
L'esperto, intervistato da Univadis, ha anche aggiunto un commento improtante per interpretare le raccomandazioni Cochrane. "I gruppi Cochranme si limitano ad fare metanalisi e analizzare i dati, ma non dicono come interpretarli alla luce di fattori non strettamente rappresentati negli studi, come l'impatto sociale di determinate scelte".
Decisamente contrari all’idea di proporre le e-cig come strumento per la cessazione del fumo molti dei partecipanti al convegno. “Proporre le e-cig per smettere di fumare è una sorta di Brexit dalle strategie di controllo del tabacco” ha affermato Elif Dagli, commentando la propensione dei medici del Regno Unito a utilizzare questa strategia con i loro pazienti fumatori.
Per evitare conseguenze pericolose, forse potrebbe essere utile regolamentare le e-cig come dispositivi medici, da utilizzare sotto prescrizione e controllo del medico, come suggerito in diverse occasioni nel corso del congresso ERS.
Dalla teoria alla pratica
“Non dobbiamo permettere che il dibattito sui nuovi prodotti del tabacco ci distragga dal lavoro principale da svolgere: promuovere misure normative che sappiamo essere efficaci per ridurre il fumo e continuare a sostenere coloro che desiderano smettere di fumare”. Lo scrivono gli esperti del ERS Tobacco Control Committee in un position paper che lascia poco spazio ai dubbi: “ERS non può raccomandare alcun prodotto che danneggi la salute dell’uomo e dei suoi polmoni”.
Di conseguenza, anche se potrebbero essere meno dannosi per i fumatori, i prodotti a riscaldamento di tabacco restano comunque sia dannosi che molto efficaci nel creare dipendenza, ponendo il rischio che i fumatori passino a questi prodotti invece che smettere di fumare.
Preoccupati anche i membri della European Academy of Paediatrics, che hanno recentemente pubblicato un position statement nel quale, applicando il principio di precauzione, dichiarano che le e-cig dovrebbero essere ritenute pericolose fino a prova contraria e chiedono di mettere al bando gli aromi utilizzati nelle e-cig. Una netta presa di posizione contro le e-cig che, secondo quanto riportato nel documento, hanno una tossicità acuta molto maggiore di quella delle sigarette tradizionali e potrebbero portare con sé danni al momento non noti sul lungo periodo.
Dal punto di vista regolatorio e legislativo, le regole cambiano da Paese a Paese, contribuendo a creare confusione tra i cittadini e gli operatori sanitari. In India l’uso delle sigarette elettroniche è proibito, mentre nel Regno Unito viene consigliato ai fumatori che vogliono smettere di fumare. E ancora, la quantità massima di nicotina che questi dispositivi possono contenere varia: è 2% in Europa, ma arriva a 6% negli Stati Uniti
Ancora tante quindi le domande aperte sull’utilizzo di questo strumento, ma la tendenza dominante delle associazioni scientifiche è quella di porre un freno alla sua diffusione. Restano però da definire nel dettaglio gli strumenti e le azioni più efficaci da intraprendere per raggiungere questo obiettivo.
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