Epistassi e ipertensione arteriosa: il punto su una relazione complessa

  • Paolo Spriano
  • Linee guida in pratica
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Epistassi e ipertensione arteriosa sono condizioni frequenti nella popolazione adulta e stabilire la relazione tra il livello di pressione arteriosa e l'incidenza di epistassi in un paziente con ipertensione è un problema di fronte al quale il medico si può trovare nella pratica clinica. 

L’epistassi si può verificare nel 60% delle persone almeno una volta nella vita. La maggior parte degli episodi ha una gravità e durata limitate, ma circa il 6% delle persone con epistassi richiede un intervento medico (1). Si ritiene che l'epistassi abbia molteplici cause, come aria secca, infezioni, allergie, traumi, abuso di alcol e uso di anticoagulanti. 

L'ipertensione arteriosa è ritenuta, tra i tanti fattori di rischio, una delle condizioni più importanti associate allo sviluppo di epistassi, un’ipotesi che si è strutturata sulla base di impressioni cliniche (2). Negli ultimi anni numerosi studi hanno valutato l'associazione tra ipertensione ed epistassi, con risultati eterogenei emersi dagli studi di revisioni e metanalisi e la relazione tra queste due entità rimane controversa (3). 

 

Pressione arteriosa e sanguinamento nasale

La relazione tra livello di pressione arteriosa e incidenza di epistassi in un paziente iperteso è sicuramente una questione ad alta frequenza di occorrenza nella pratica clinica e uno studio ha analizzato la correlazione della pressione arteriosa alla presentazione di un paziente con sanguinamento nasale o la ripercussione di episodi di epistassi in pazienti ipertesi (4). Complessivamente, sono stati identificati nove studi in cui erano soddisfatti i criteri di inclusione. 

Sei dei nove studi concordavano sul fatto che la pressione arteriosa era più elevata al momento dell’epistassi, rispetto al gruppo di controllo o alla popolazione generale. Sette su nove studi hanno concluso che esisteva una relazione crociata tra pressione arteriosa ed effettivo episodio di epistassi, nel senso che l’epistassi era in grado di portare alla diagnosi incidentale di una ipertensione arteriosa già presente e non riconosciuta (4).

 

Ipertensione e severità dell’epistassi

La severità dell’epistassi in relazione all’ipertensione è stata indagata in uno studio retrospettivo realizzato in un setting ospedaliero su pazienti ricoverati per un episodio di epistassi spontanea severa (5). L'epistassi è stata classificata in due gruppi, grave e a rischio per la vita, in base a criteri di gravità dell’evento (necessità di trasfusione, modalità dell’intervento chirurgico, terapia farmacologica ecc.). 

Non sono state osservate differenze significative tra i due gruppi in termini di età, sesso, storia di epistassi e caratteristiche della pressione arteriosa, inclusa la storia di ipertensione. I pazienti con episodi di epistassi più grave avevano un'esposizione a terapie anticoagulanti e farmaci antiaggreganti piastrinici simile a quella dei pazienti con epistassi meno gravi. Pertanto, secondo gli autori, la fisiopatologia di epistassi gravi spontanee resta poco chiara.

La serie di pazienti studiati comprendeva anziani (età > 60-70 anni), con una storia di ipertensione nel 50% dei casi. Epistassi spontanee gravi potevano essere la prima manifestazione di un’ipertensione vera sottostante in circa il 43% dei pazienti, senza che risultasse, al momento del primo sanguinamento, un’anamnesi positiva di ipertensione. Tuttavia, l'ipertensione di per sé non sembrava essere un fattore causale statisticamente significativo e/o un fattore di gravità per epistassi spontanee. 

Risultati più recenti emersi da uno studio di coorte retrospettivo suggeriscono che l'ipertensione è associata ad un aumento del rischio e della gravità dell'epistassi (6). In una coorte di più di 35.000 soggetti ipertesi il tasso di incidenza (IR) di epistassi era 32,97 per 10.000 persone rispetto a un IR di epistassi = 22.76 per 10.000 persone del gruppo di controllo. L'IR dell'epistassi ricorrente era 1,96 per 10.000 persone nella coorte con ipertensione e 1,59 per 10.000 persone nella coorte senza ipertensione. I pazienti con ipertensione che hanno manifestato epistassi avevano maggiori probabilità di ricorrere al pronto soccorso (odds ratio, 2,69) e di ricevere un tamponamento nasale posteriore (odds ratio, 4,58) rispetto ai controlli. 

Lo studio conferma che i pazienti con ipertensione hanno più episodi di epistassi con necessità di accesso al PS rispetto ai pazienti senza ipertensione, con una maggiore incidenza e gravità dell'epistassi, ma con episodi ricorrenti non significativamente diversi tra i due gruppi. 

Il sanguinamento nasale che richiede accesso al PS e metodi di gestione più avanzati (tamponamento nasale posteriore) si è rivelato più diffuso nei pazienti con ipertensione. Tuttavia, questi risultati dovranno essere confermati da nuovi studi, così come la loro reciproca associazione per capire se la gestione efficace dell'ipertensione sia in grado di ridurre incidenza e gravità dell'epistassi.