ECCVID 2020: uno studio suggerisce che gli anziani potrebbero possedere un “profilo” sistemico collegato alla COVID-19 grave
- Univadis
- Conference Report
Una nuova ricerca presentata alla Conferenza ESCMID sulla malattia da coronavirus (ESCMID Conference on Coronavirus Disease, ECCVID) 2020 suggerisce che il profilo immunologico della COVID-19 grave, caratterizzato da variazioni nelle popolazioni cellulari e nelle proteine infiammatorie circolanti, è già parzialmente presente nei soggetti sani di età più avanzata.
Il tasso di mortalità della COVID-19 aumenta con l’età, raggiungendo valori superiori al 20% nei pazienti di oltre 80 anni; un profilo iperinfiammatorio e la disregolazione di vari processi immunologici sono collegati a gravità della malattia.
“Alcune di queste disregolazioni potrebbero non essere un risultato diretto dell’infezione, bensì un profilo sottostante che consente una forma più grave della malattia”, ha spiegato il coautore dello studio Ozlem Bulut, del Radboud University Medical Center, Paesi Bassi.
Bulut e colleghi hanno esaminato una serie di popolazioni di cellule del sistema immunitario e 28 marcatori di infiammazione circolanti già collegati precedentemente alla gravità della COVID-19 in due coorti di soggetti sani dell’Europa Occidentale: la prima composta da 324 soggetti di età compresa tra 18 e 71 anni e la seconda comprendente 452 soggetti di età compresa tra 18 e 75 anni.
“Dopo aver corretto i dati per il sesso dei partecipanti, abbiamo osservato che molti marcatori di infiammazione e cambiamenti nelle popolazioni cellulari legati a COVID-19 grave erano correlati all’età nei soggetti sani”, ha affermato il coautore senior Prof. Mihai Netea, anche lui affiliato al Radboud University Medical Center.
Questi parametri includono un aumento del numero di monociti non classici; una riduzione critica dei linfociti T, in particolare i sottoinsiemi naïve di linfociti CD8+ e CD4+ e i linfociti T regolatori naïve; livelli circolanti innalzati di proteina-1 chemoattrattiva dei monociti (monocyte chemoattractant protein 1, MCP1), osteoprotegerina (OPG), fattore di crescita degli epatociti (hepatocyte growth factor, HGF) e livelli ridotti di attivatore del recettore del ligando del fattore nucleare kappa-B (receptor activator of nuclear factor kappa-B ligand, RANKL/TRANCE).
Anche l’interleuchina 6 (IL-6), uno dei principali biomarcatori della gravità della COVID-19, è risultata aumentata con l’età in entrambe le coorti.
Il commento degli esperti:
Domanda: Quali sono le implicazioni dei Vostri risultati?
Bulut: “Riteniamo che i nostri risultati forniscano informazioni preziose per migliorare la protezione e le cure dei soggetti ad alto rischio come gli anziani”.
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