Ecco come probiotici e dieta possono favorire la risposta all’immunoterapia

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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È ormai assodato che il microbiota intestinale modula le risposte immunitarie e diversi studi hanno dimostrato che i microbi che colonizzano il nostro corpo sono in grado di influenzare le risposte all’immunoterapia. Capire in che modo questo succede è cruciale per sviluppare strategie terapeutiche basate sulla manipolazione del microbiota in grado di aumentare l’efficacia dell’immunoterapia. Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Cell rappresenta un importante passo avanti in questo senso: alcuni ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno infatti scoperto che un lattobacillo comunemente contenuto negli integratori di fermenti lattici è in grado di promuove l’attività antitumorale dei linfociti, metabolizzando un amminoacido introdotto con la dieta. In un modello preclinico di melanoma questa attività potenzia l’effetto dell’immunoterapia con gli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI).

 

Cancro e probiotici

“I pazienti oncologici sono sempre più interessati a usare i probiotici per migliorare il proprio stato di salute: un report recente ha rivelato che circa metà dei soggetti coinvolti, un gruppo di pazienti con melanoma avanzato che iniziava l’immunoterapia, si autosomministrava dei probiotici – raccontano gli autori dello studio – È interessante sapere che, mentre diversi studi hanno riferito un ruolo benefico del probiotico Bifidobacterium nel potenziamento dell’immunoterapia con ICI, uno studio recente ha mostrato che il Bifidobacterium e il Lactobacillus rhamnosus limitavano l’efficacia degli ICI nel melanoma preclinico. L’impatto dei probiotici sulla risposta agli ICI nei pazienti con tumore, così come i meccanismi alla base dei loro effetti, rimangono dunque poco chiari”. Il team di scienziati ha perciò deciso di studiare se alcuni probiotici influenzavano la crescita tumorale e la risposta all’immunoterapia in un modello murino di melanoma. 

 

Lactobacillus reuteri, triptofano e AhR

Gli esperimenti fatti in topi con melanoma hanno dimostrato che il Lactobacillus reuteri, un probiotico naturalmente presente nell’intestino umano, spesso contenuto negli integratori dietetici, raggiunge il tumore e lo colonizza. 

Nel microambiente tumorale il probiotico promuove l’attività antitumorale dei linfociti T CD8 rilasciando indolo-3 aldeide (I3A), un metabolita dell’amminoacido essenziale triptofano. L’I3A prodotto dal L. reuteri agisce in modo diretto, andando a legare il recettore degli idrocarburi arilici (AhR) dei linfociti e favorendo la differenziazione a linfociti T citotossici. Arricchendo la dieta degli animali di triptofano e somministrando il probiotico e un ICI si osservava una risposta antitumorale più forte. Quando hanno misurato i livelli di I3A nel siero di un gruppo di pazienti con melanoma avanzato i ricercatori hanno poi riscontrato che l’I3A era più abbondante nei pazienti che rispondevano agli ICI che in quello di coloro che non rispondevano.

 

Domande aperte

Come spesso succede, una singola scoperta genera numerose domande che aprono la strada a nuove ricerche. Nel caso dello studio in questione, il primo interrogativo a cui i ricercatori vogliono dare risposta è quali altri batteri utilizzano questo meccanismo oltre al L. reuteri. “Il meccanismo con cui l’attivazione dell’AhR nei linfociti T CD8 porta all’immunità antitumorale potrebbe estendersi a vari batteri che rilasciano ligandi dell’AhR – suggeriscono – Servono altri studi per valutare quanto questo meccanismo sia conservato”.

Sarà importante anche chiarire in quali tumori questo meccanismo ha un ruolo benefico. “Uno studio recente ha mostrato che i ligandi microbici dell’AhR avevano effetti pro-tumorigenici, mediati dall’attivazione delle cellule mieloidi, in un modello murino di tumore del pancreas – spiegano – Questo dato, insieme ai nostri, implica che l’impatto dell’AhR nel cancro è contesto- e tumore-dipendente, il che rende evidente l’importanza di studiare il ruolo dell’attivazione dell’AhR mediata dai metaboliti microbici in diversi modelli tumorali”.

Andrà infine accertato se la strategia terapeutica che combina dieta e probiotico possa avere qualche controindicazione. “Noi, come altri, abbiamo mostrato che il Lactobacillus reuteri e un’elevata assunzione di triptofano aggravano le risposte autoimmuni in modelli preclinici – riferiscono gli autori dello studio – Dato che gli ICI possono provocare risposte autoimmuni, è possibile che gli eventi autoimmuni indotti dagli ICI in individui geneticamente predisposti siano ulteriormente aggravati dall’assunzione di L. reuteri e/o da un aumento del triptofano”.