Dormire male potrebbe raddoppiare il rischio di asma
- Elena Riboldi
- Uniflash
Un grande studio di coorte mostra una relazione tra genetica e qualità del sonno nell’asma: chi dorme male ha un rischio più alto di andare incontro a questa malattia respiratoria, rischio che diventa più che doppio per chi ha anche un’elevata suscettibilità genetica. Non potendo intervenire sui geni, l’individuazione di un fattore modificabile offre l’importante opportunità di mitigare il rischio di asma in generale e in particolar modo negli individui predisposti.
Come è stato condotto lo studio
Lo studio, pubblicato sulla rivista BMJ Open Respiratory Research, si basa sull’esame di oltre 450.00 partecipanti al progetto UK Biobank. Ogni partecipante, di cui sono state raccolte informazioni dettagliate e campioni biologici, è stato genotipizzato (genome-wide genotyping). Sulla base della presenza/assenza di numerosi polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) associati all’asma è stato calcolato un punteggio di rischio poligenetico individuale e i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: rischio genetico, alto, intermedio e basso.
I dati riguardanti la qualità del sonno sono stati ricavati dai questionari. Più nello specifico, sono state raccolte informazioni su cronotipo (mattutino, considerato più salutare, o serale), durata del sonno (idealmente pari a 7-9 ore), problemi di insonnia, russamento e sonnolenza diurna. Ad ogni fattore è stato assegnato un punto se rifletteva un sonno salutare e zero punti in caso contrario. I partecipanti sono stati così distinti in tre categorie: sonno salutare (punteggio 5; n=73.223), sonno di media qualità (punteggio 3-4; n=284.267) e sonno di cattiva qualità (punteggio ≤2; n=97.915).
I risultati
Nei 10 anni circa di follow-up, all’interno della coorte analizzata sono stati diagnosticato 17.836 casi di asma. Rispetto al gruppo a basso rischio, la probabilità di ricevere tale diagnosi aumentava del 47% per gli individui ad alto rischio genetico (HR 1,47; 95%CI 1,41-1,52) e del 55% per coloro che avevano un sonno di cattiva qualità (HR1,55; 1,45-1,65). Le cose andavano molto peggio per chi presentava un alto rischio genetico e una cattiva qualità del sonno, in questo caso il rischio era più che doppio (HR 2,22; 1,97-2,49; P<0,001).
Un sonno salutare si associava a una riduzione del rischio di asma indipendentemente dal rischio genetico (HR 0,56 [95%CI 0,50-0,64]) per il rischio genetico basso, HR 0,59 [0,53-0,67] per il rischio intermedio e 0,63 [0,57-0,70] per il rischio alto).
Sonno e infiammazione
“Nella nostra analisi tutti e cinque le caratteristiche del sonno considerate erano fortemente associate all’asma. Un sonno scadente aumentava in modo indipendente il rischio di asma del 55%, parimenti al rischio di suscettibilità genetica – rimarcano gli autori dello studio, che aggiungono – Considerando anche le ricerche precedenti che hanno mostrato che la qualità del sonno può essere influenzata dall’asma, la relazione tra sonno e asma potrebbe essere bidirezionale”.
Il sonno potrebbe influenzare l’insorgenza dell’asma in diversi modi. Poiché l’asma è generalmente considerata una malattia infiammatoria cronica, ciò potrebbe dipendere dal fatto che i disturbi del sonno favoriscono uno stato di infiammazione cronica. Ciò avverrebbe attraverso il rilascio di mediatori dell’infiammazione, l’attivazione delle risposte allo stress, dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema simpatico e l’alterazione dell’asse cervello-intestino mediata dal microbioma, tutti elementi che giocano un ruolo nella comparsa dell’asma. “Complessivamente il ruolo di tutte e cinque le caratteristiche del sonno potrebbe essere spiegato almeno in parte dal meccanismo della risposta infiammatoria – commentano gli autori, concludendo che – L’individuazione e la gestione precoce dei disturbi del sonno potrebbe essere vantaggiosa per ridurre l’incidenza dell’asma”.
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