Dopo la chirurgia bariatrica, il telefono può aiutare

  • Cristina Ferrario
  • Uniflash
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Un supporto di tipo cognitivo-comportamentale via telefono non aiuta chi si è sottoposto a chirurgia bariatrica a perdere peso, ma si rivela comunque utile nel ridurre lo stress psicologico e comportamenti rischiosi come il binge eating.

Lo scrive sulla rivista JAMA Network Open un gruppo di ricercatori canadesi guidati da Sanjeev Sockalingam, dello University Health Network, di Toronto (Ontario, Canada), primo nome dell’articolo.

“L’obesità rappresenta un grande problema di salute a livello globale” esordiscono gli autori, ricordando che la chirurgia bariatrica resta l’intervento più efficace in caso di obesità grave. Sockalingam e colleghi ricordano inoltre che, nonostante l’intervento, una percentuale non trascurabile di pazienti non raggiunge un calo ponderale sufficiente, e che si assiste inoltre a un recupero di peso pari o superiore al 10% nel 23% dei pazienti a un anno dall’intervento e nel 72% a 5 anni.

 

Quando il peso ricomincia a salire

“Il recupero del peso perso è una delle principali sfide che i team bariatrici devono affrontare” spiegano i ricercatori, che nel loro studio hanno confrontato un intervento telefonico di terapia cognitivo-comportamentale eseguito a un anno dall’intervento bariatrico con le cure post-chirurgiche standard (gruppo controllo). Alla base di questo studio, che ha coinvolto in totale 306 pazienti (152 nel gruppo intervento telefonico e 154 nel gruppo controllo), ci sono i risultati di numerose ricerche che mostrano come il recupero del peso post-intervento dipenda da diversi fattori, tra i quali alcuni di tipo genetico, anatomico, dietetico e temporale, ma anche alcuni di tipo psichiatrico. “Dato che il recupero del peso si associa a un ritorno di comorbilità di tipo medico e a una peggiore qualità di vita, è fondamentale mettere in campo interventi di tipo psico-sociale mirati ai fattori di rischio e a prevenire o invertire il recupero ponderale” affermano Sockalingam e colleghi. Di fronte ai dati poco chiari di studi precedenti su questo tipo di interventi post-chirurgico, gli autori hanno puntato su un intervento telefonico basato su un’ora di terapia alla settimana per 6 settimane oltre a un’ora di intervento telefonico dopo un mese dal termine del percorso.

L’esito primario era la percentuale totale di peso perso, mentre gli esiti secondari erano i disturbi dell’alimentazione valutati con la Binge Eating Scale [BES] e la Emotional Eating Scale [EES] e il distress psicologico valutato con la scala a 9 item del Patient Health Questionnaire [PHQ-9] e con quella a 7 item General Anxiety Disorder [GAD-7]. Tutti gli esiti sono stati valutati al basale 12, 15 e 18 mesi dopo la chirurgia.

 

Oltre la bilancia 

Un primo dato incoraggiante emerso dall’analisi è stata l’alta percentuale di coinvolgimento dei pazienti nel gruppo con intervento telefonico: circa l’81% dei pazienti aveva completato sia le sessioni telefoniche, sia il follow up a 1,5 anni. 

Analizzando gli esiti dello studio, non sono emerse differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la perdita di peso. Di contro, sono state registrate differenze nel binge eating e nell’emotional eating, oltre che nei sintomi di ansia e depressione, con riduzioni significative nel gruppo sottoposto a intervento telefonico rispetto al gruppo controllo, anche se in entrambi i gruppi i punteggi nelle scale BES, PHQ-9 e GAD-7 erano al di sotto della significatività clinica. 

“Questi risultati supportano le linee guida canadesi (Canadian Adult Obesity Practice Guidelines) che spostano il focus della cura dell’obesità sugli esiti di salute e di qualità della vita piuttosto che sul solo calo ponderale” concludono gli esperti.