Dolcificanti e intolleranza al glucosio: aspetti ancora da chiarire

  • Paolo Spriano
  • Uniflash
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L’assunzione elevata di zucchero rappresenta un elemento comune per molte malattie cardio-metaboliche tra cui l'obesità, il diabete mellito di tipo 2, l'iperlipidemia e la steatosi epatica non alcolica. Il tentativo di trovare un'alternativa a basso contenuto calorico allo zucchero è stata individuata nei dolcificanti non nutritivi (NNS), che oggi sono consumati da milioni di persone. Tuttavia, l’impatto a lungo termine degli NNS sulla salute degli individui in generale e sul loro metabolismo in particolare non è ancora ben chiaro. Contrariamente alle ipotesi fatte in passato, secondo cui i dolcificanti erano considerati inerti per l’organismo umano, la recente acquisizione di un corpo di prove sempre più consistente suggerisce che il consumo di NNS potrebbe avere un impatto profondo sul metabolismo umano mediante la capacità di modulare sia l'ospite che il microbioma (1).

In un articolo pubblicato sul Journal of Clinical Investigation gli autori fanno il punto mediante un’analisi esperta degli effetti degli NNS sulle risposte glicemiche e i loro effetti sulla salute metabolica, suggerendo alcuni approcci per trovare risposte adeguate ai numerosi aspetti ancora da chiarire (2).

 

Dolcificanti: struttura, metabolismo e legami recettoriali

Gli NNS sono composti intensamente dolci e comprendono un gruppo di molecole distinte, con sostanze chimiche diverse, che possono influenzare l'intolleranza al glucosio, così come interferire su altri parametri metabolici.

La differenza nella struttura molecolare degli NNS influenza il metabolismo, le modifiche e la reattività dell'ospite. Gli NNS come l'aspartame sono scomposti nei loro componenti acido aspartico, fenilalanina e metanolo e quindi potrebbero potenzialmente esercitare molteplici effetti sull'ospite attraverso questi prodotti di degradazione metabolica (3). La saccarina o il sucralosio, passano attraverso il tratto gastrointestinale con poche modifiche e con solo una piccola percentuale di prodotti di degradazione metabolica (4). Diversamente, l'acesulfame potassio (E950) è rapidamente escreto senza essere metabolizzato (4). 

Da qui si può dedurre come gli NNS possano mediare i loro effetti biologici in modo diretto o attraverso i loro prodotti di degradazione, anche se rimane ancora poco chiaro il significato del loro legame con i recettori del gusto dolce nel tratto gastrointestinale. Questi recettori, espressi principalmente dalle cellule entero-endocrine, rappresentano una delle principali fonti di ormoni, ma al momento non ci sono prove sulla capacità diretta degli NNS di produrre ormoni tipo GLP-1 (3). Tuttavia, il consumo di sucralosio e stevia è stato associato ad un aumento dei livelli di insulina simile a quello osservato nel consumo di glucosio (5) e alcuni dati evidenziano una sovraregolazione nell'assorbimento intestinale del glucosio dovuto a sucralosio, acesulfame-K e saccarina (6).

 

Dolcificanti e risposta metabolica dell’ospite

Per capire come l’assunzione di NNS abbia un impatto sul metabolismo individuale non si può prescindere dal considerare lo stato metabolico di chi li assume. Gli studi sui NNS nell’uomo si sono concentrati su individui sani, diabetici o obesi, valutando come potevano influenzare parametri metabolici chiave, come l'intolleranza al glucosio, il peso corporeo, l'integrità della barriera intestinale e l'infiammazione di basso grado.

La durata dell’esposizione agli NNS delle persone rappresenta un aspetto critico per l’interpretazione dei risultati degli studi. Il consumo di sucralosio e saccarina ha dimostrato nel breve termine un effetto significativo sulle risposte glicemiche, ma non è noto se l’assunzione prolungata possa fornire ulteriori miglioramenti o mitigare questi effetti.

Diversi studi osservazionali hanno evidenziato associazioni tra assunzione di NNS e squilibri metabolici, senza riuscire ad identificare quale sia la causa e quale la conseguenza di tali correlazioni (1). Questo potrebbe essere risolto con RCT prospettici e ben controllati, idonei a evitare elementi distorsivi ​​come l'esposizione altamente prevalente e spesso inconsapevole ad alimenti associati a NNS, come è merso da uno studio in cui l'attenta valutazione nutrizionale ha portato all'esclusione di 1.244 su 1.375 partecipanti solo per esposizione inconsapevole a NNS (8). 

 

Dolcificanti e microbiota

Gli NNS possono influenzare il microbiota attraverso molteplici meccanismi, inclusa la modulazione della comunicazione inter-batterica tramite il quorum sensing (un sistema molecolare di regolazione dei comportamenti di gruppo), ma possono regolare direttamente la crescita dei batteri, compresa la promozione di specifiche specie batteriche in vivo. Il nesso di causalità degli effetti del microbioma modulati da NNS sulle risposte glicemiche dell'ospite è suggerita da una serie di esperimenti di trasferimento fecale da esseri umani che consumavano saccarina, sucralosio, aspartame e stevia in topi privi di germi (8). Questi risultati hanno dimostrato che i topi destinatari di microbiomi umani da consumatori di NNS rispecchiavano le risposte glicemiche dei donatori umani. Pertanto, i trasferimenti di microbioma da individui con alterazioni glicemiche indotte da NNS hanno causato alterazioni simili nei topi riceventi, mentre i trasferimenti di microbioma da umani che non reagivano agli NNS hanno provocato alterazioni glicemiche minime o assenti nei topi riceventi. Era evidente un gradiente negli effetti metabolici degli NNS sul microbioma e sul metabolismo dell'ospite, con saccarina e sucralosio che hanno evidenziato le alterazioni metaboliche e del microbioma più significative, rispetto ad aspartame e stevia (che hanno colpito solo alcuni dei soggetti osservati).

L’eterogeneità delle risposte merita ulteriori studi per consentire una migliore comprensione causale, elemento essenziale per l’uso ottimale e personalizzato degli NNS esistenti e lo sviluppo di nuove molecole dolcificanti con migliori garanzie di sicurezza.