Distributori farmaci, 50 mln consegne in 3 anni ma ora sistema a rischio
- Univadis
- Attualità mediche
(Adnkronos Salute) - Quasi 50 milioni di consegne alle farmacie del territorio solo nel triennio 2020-2023, con 6 milioni di vaccini, 25 milioni di tamponi e test Covid, 175 milioni di mascherine, oltre a 2 miliardi di farmaci e 600 milioni di parafarmaci e dispositivi medici consegnati, per un totale di oltre 500 milioni di km percorsi. A tre anni dalla pandemia Federfarma Servizi - 18 aziende di distribuzione intermedia e servizi con circa 3.500 farmacie socie dirette - traccia un bilancio, denunciando come "le aziende hanno lavorato senza sosta per rispondere all’emergenza sanitaria, ma ora il settore è piegato dal caro energia e carburanti e dall’aumento dei costi finanziari, che mettono seriamente a rischio la sostenibilità del sistema".
"Ripassi nel pomeriggio”, è la frase che ogni cittadino si sente rispondere dal farmacista quando, grazie al meccanismo invisibile della distribuzione intermedia, si riesce a trovare il medicinale in farmacia a poche ore dalla richiesta. Sono infatti gli 'hangar' dei farmaci, parafarmaci e dispositivi medici - ricorda una nota - a garantire il rifornimento quotidiano e costante. "Il bisogno di un farmaco o un dispositivo è immediato e come tale la richiesta deve essere soddisfatta in poche ore. Come si può immaginare, una farmacia di medie dimensioni non può avere tutte le referenze disponibili. Una quota importante dei farmaci, inoltre, dev’essere conservata a temperatura controllata e in celle frigorifere - spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi - è un processo invisibile ma essenziale, come il servizio che svolgiamo per la comunità: le farmacie hanno disponibili centinaia di prodotti, ma non possono stoccare l’intero prontuario; quindi, richiedono alle nostre aziende ciò di cui hanno bisogno”.
Un lavoro talmente capillare da prevedere anche più consegne al giorno che raggiungono anche le più piccole farmacie rurali, grazie a ordini inoltrati per via telematica. “Se vogliamo usare una metafora – aggiunge Mirone - siamo il muscolo che permette al braccio di porgere il prodotto di cui i cittadini hanno bisogno per la propria salute. L’emergenza pandemica – continua - è stata un pressure test anche per i nostri addetti, che hanno lavorato incessantemente dietro le quinte. Si pensi solo al reperimento di mascherine, tamponi e farmaci per il virus Sars-Cov-2 in aggiunta alle ordinarie necessità quotidiane".
Nonostante i numeri della pandemia vadano verso la normalizzazione, il settore - sottolinea la nota - è oggi messo ulteriormente alla prova dalla carenza di diversi farmaci: a causa dell’alterazione degli equilibri internazionali mancano alcuni antibiotici e molecole attive sul sistema cardiovascolare. Anche a livello internazionale, infatti, la filiera soffre la mancanza di materie prime e l’aumento dei prezzi che si sommano all’incremento del prezzo del carburante necessario all’illuminazione, all’automazione e a tenere accesi gli impianti di raffreddamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
“È ora che il nostro ruolo esca dall’ombra: siamo in attesa dal 2010 di una riforma della remunerazione, oggi ancora più urgente alla luce dei costi di carburante ed energia e del pesante incremento dei costi finanziari, pena l’insostenibilità e la rimodulazione del servizio, a tutto danno dell’assistenza alla salute della popolazione” spiega il presidente Mirone, ricordando in proposito che Federfarma Servizi “ha costituito nel 2022 un’unità di crisi per affrontare l’emergenza e ha da tempo richiesto un incontro urgente al ministro della Salute Schillaci”.
"Siamo già in estremo ritardo: se non si affronta questa emergenza sul piano dell’azione politico-istituzionale, per le nostre farmacie 'ripassi nel pomeriggio' - chiosa Mirone – rischia di trasformarsi in un lontano ricordo".
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