Disfunzione cardiaca da antracicline, i benefici dell’atorvastatina

  • Alessia De Chiara
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • I risultati dello studio sono a supporto dell’uso dell’atorvastatina nei pazienti con linfoma trattati con una chemioterapia a base di antracicline.
  • In un anno la statina ha ridotto il rischio di disfunzione cardiaca rispetto al placebo.

 

Perché è importante 

  • Molti sono i trattamenti cardioprotettivi testati per ridurre la disfunzione cardiaca associata alle antracicline.
  • Alcuni studi di base e retrospettivi hanno suggerito che l'atorvastatina possa avere un effetto protettivo.

 

Come è stato condotto lo studio

  • STOP-CA è uno studio condotto tra Stati Uniti e Canada che coinvolgeva 300 pazienti con età media di 50 anni affetti da linfoma con in programma una chemioterapia con antracicline.
  • I partecipanti venivano randomizzati a ricevere atorvastatina (40 g/giorno) o un placebo per un anno e prima dell'inizio della cura con antracicline.
  • L’endpoint primario era una riduzione della percentuale di pazienti che andavano incontro a una diminuzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) fino a valori inferiori al 55% rispetto a prima della chemioterapia (nell’arco di 12 mesi).

 

Risultati principali

  • La LVEF nell’intera coorte era pari al 63% al basale e al 58% al follow-up.
  • A 12 mesi, il 15% dei pazienti presentava un declino di almeno il 10% rispetto a prima della chemioterapia fino al valore finale inferiore al 55%.
  • L’incidenza dell’endpoint primario era inferiore nel gruppo trattato con atorvastatina (9%) che nel gruppo che ha ricevuto il placebo (22%).
  • I pazienti nel gruppo placebo avevano una probabilità maggiore di quasi tre volte di andare incontro a un declino della LVEF di almeno il 10% fino a un valore inferiore al 55% (OR 2,9).
  • L’atorvastatina riduceva anche l’incidenza dell’endpoint secondario, ovvero una riduzione in 12 mesi della LVEF di almeno il 5% rispetto a prima della chemioterapia a un valore finale inferiore al 55% (13% nel gruppo atorvastatina e 29% nel gruppo placebo).
  • A 12 mesi, si registrava una differenza tra i gruppi nel declino della LVEF di appena l’1,3%, ma alcune analisi mostravano benefici dell’atorvastatina nei pazienti a maggior rischio di disfunzione cardiaca associata alle antracicline.
  • Non si riscontravano differenze tra i gruppi nei tassi di incidenza di insufficienza cardiaca; in 24 mesi se ne osservavano in totale 13 eventi (4%).