Digiuno intermittente, un’arma contro il diabete di tipo 2?

  • Alessia De Chiara
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • Il digiuno intermittente potrebbe essere una valida alternativa a un'alimentazone basata sulla restrizione calorica.
  • Questo tipo di digiuno, che prevede il consumo dei pasti a precisi orari, ha portato in 6 mesi modesti benefici ad adulti con rischio aumentato di diabete di tipo 2 per quanto riguarda la tolleranza al glucosio postprandiale.

 

Perché è importante 

  • L’alimentazione in un tempo limitato (TRE dall’inglese time-restricted eating) è una forma di digiuno intermittente con una breve finestra giornaliera per il consumo di cibo in linea con i ritmi circadiani.
  • Studi precedenti non avevano dato indicazioni sull’orario dei pasti.
  • I risultati di questa ricerca suggeriscono che le tempistiche dei pasti e i consigli nutrizionali possono essere influenti nella pratica clinica.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Un totale di 209 adulti tra i 35 e i 75 anni a rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 2 sono stati randomizzati (rapporto 2:2:1) a uno dei seguenti gruppi:

    - iTRE (intermittent fasting plus early TRE) in cui i partecipanti per 3 giorni alla settimana assumevano il 30% del fabbisogno energetico a colazione (ore 08:00) e pranzo (ore 12:00) per poi digiunare per 20 ore, mentre per i restanti giorni seguivano un’alimentazione ad libitum;

    - CR (calorie restriction) in cui il 70% del fabbisogno energetico giornaliero veniva assunto senza indicazioni sugli orari; 

    - standard of care (con una guida per la perdita di peso).

  • I partecipanti dei gruppi iTRE e CR hanno ricevuto un supporto sul piano alimentare da parte dei ricercatori per 6 mesi.

 

Risultati principali

  • A 6 mesi la tolleranza al glucosio in risposta a un pasto misto è migliorata maggiormente nel gruppo iTRE che in quello CR (-10,10 contro 3,57 mg dl−1 min−1).
  • A 18 mesi non c’era più differenza tra i due gruppi anche rispetto al mantenimento del peso, il che suggerisce che venendo a mancare il supporto alimentare nessuno dei due regimi restava sostenibile.
  • Gli eventi avversi sono stati transitori e generalmente lievi, con una percentuale maggiore di partecipanti con fatigue nel gruppo iTRE o con costipazione e cefalea nei gruppi iTRE e CR.