Depressione, la medicina digitale può aiutare

  • Elena Riboldi — Agenzia Zoe
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • In base ai dati di una metanalisi, gli interventi digitali per il trattamento della depressione sono efficaci.
  • L’effetto è più evidente quando gli interventi sono accompagnati dalla guida di un terapeuta.
  • La medicina digitale può aiutare a soddisfare l’aumento della domanda legata alla crescente prevalenza della depressione e all’esigenza di erogare servizi in remoto per l’emergenza Covid-19.
  • Il grosso limite degli interventi digitali è scarsa compliance del paziente.

 

La più completa metanalisi ad oggi condotta sull’argomento fornisce prove di efficacia degli interventi digitali per il trattamento della depressione. Pubblicata sulla rivista Psychological Bullettin, la metanalisi ha incluso 83 studi per un totale di oltre 15.500 partecipanti.

La depressione è una delle principali cause di disabilità a livello globale: si stima che colpisca ogni anno più di 300 milioni di persone. La pandemia ha notevolmente peggiorato le cose. “L’incidenza delle patologie mentali, inclusa la depressione, è aumentata significativamente dall’inizio della pandemia– scrivono gli autori dello studio – Inoltre, dato che i governi di tutto il mondo hanno implementato misure intese a ridurre al diffusione del virus, tra cui restrizioni agli spostamenti individuali e alle interazioni sociali, molti medici e pazienti non possono più incontrarsi faccia a faccia, scatenando la necessità urgente di trovare nuovi metodi per offrire cure mentali basate sull’evidenza”. Gli interventi digitali sono stati proposti come valida soluzione al problema.

Cosa si intende per interventi digitali? Il primissimo strumento di questo tipo risale agli anni ’80 e non era altro che un manuale di terapia su CD-ROM. Da allora, grazie alla diffusione di Internet, gli interventi si sono evoluti e oggi i metodi più popolari si basano sull’utilizzo dello smartphone. “Anche se i formati variano considerevolmente – si spiega nell’articolo – gli interventi digitali tipicamente prevedono che i pazienti entrino in un software, sito internet o app per leggere, guardare, ascoltare e interagire con contenuti strutturati in una serie di moduli o lezioni. Spesso gli individui ricevono compiti relativi ai moduli e completano regolarmente questionari digitali sui loro problemi, il che consente ai medici di monitorare i progressi e gli esiti, laddove gli interventi digitali comprendono supporto umano”.

Dai dati disponibili in letteratura è emerso un effetto di medie dimensioni e statisticamente significativo degli interventi digitali sul trattamento della depressione. La dimensione dell’effetto era maggiore per gli interventi che prevedevano la guida da parte di personale sanitario specializzato rispetto agli interventi di auto-aiuto. Non c’erano differenze significative di efficacia tra interventi basati su applicazioni per lo smartphone e interventi basati su pc e Internet. Allo stesso modo non emergevano differenze tra interventi digitali guidati dall’uomo e psicoterapia faccia a faccia. Il numero limitato di studi in cui erano stati fatti questi confronti potrebbe però inficiare i risultati.

“I risultati di questa metanalisi forniscono evidenza di efficacia ed efficienza degli interventi digitali per il trattamento della depressione in varie popolazioni – concludono gli autori che sottolineano però come – L’aderenza agli interventi digitali rimane una delle sfide principali, con in media poco più del 50% dei partecipanti che completano l’intervento”.