Dengue grave nei viaggiatori: rara, ma degna di attenzione
- Cristina Ferrario
- Uniflash
Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, la Dengue grave è piuttosto rara tra i viaggiatori, ma in medici dovrebbero comunque tenere sotto stretto controllo i pazienti infetti alla ricerca di segni che potrebbero far pensare a una progressione verso una forma grave. “La Dengue è l’infezione da arbovirus più diffusa a livello globale ed è endemica in circa 130 paesi. Le stime parlano di un tasso di incidenza standardizzato per età triplicato nel periodo 1990-2017, così come sono aumentati i decessi legati all’infezione” spiegano gli autori dello studio, guidati da Ralph Huits, dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), primo nome dell’articolo.
“I viaggi internazionali rappresentano una delle vie per contrarre l’infezione” aggiungono, ricordando che in genere i viaggiatori che contraggono l’infezione vanno incontro a un decorso privo di complicazioni.
Sono stati identificati fattori di rischio per Dengue grave, che gli autori hanno tenuto in considerazione nella loro analisi che ha descritto epidemiologia, manifestazioni cliniche ed esiti di un ampio gruppo di viaggiatori internazionali con Dengue grave.
Una fotografia globale
Per la loro analisi, Huits e colleghi si sono basati sui dati del network GeoSentinel, un sistema di sorveglianza in collaborazione tra i Centers for Disease Control and Prevention e la Società Internazionale di Medicina di Viaggio, che include 71 siti clinici in 29 paesi su 6 continenti.
Nel periodo compreso tra gennaio 2007 e luglio 2022, l’analisi di 20 dei 71 centri di GeoSentinel ha permesso di identificare e analizzare in modo retrospettivo i dati di 5.958 pazienti con Dengue, che nel 2% dei casi (n=95) presentavano complicazioni.
“Classificare la gravità della Dengue e predire gli esiti dell’infezione rappresentano sfide importanti” dicono i ricercatori, citando la classificazione proposta nel 2009 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che distingue tra Dengue con campanelli di allarme (warning sign) e Dengue grave.
Tra i 95 partecipanti allo studio con complicazioni, 86 (91%) avevano risposto a un questionario supplementare e, di questi, il 99% presentava campanelli di allarme, mentre il 31% è stato classificato come grave, con il 91% (n=79) ricoverato in ospedale.
I principali segni osservati sono stati trombocitopenia (78%), aminotransferasi elevate (62%), sanguinamento (52%) e perdita di plasma (20%).
“Tra i casi gravi sono stati riportate manifestazioni poco comuni come patologie oftalmiche, epatopatie gravi, miocarditi e sintomi neurologici” precisano gli autori, sottolineando l’importanza di ulteriori studi che chiariscano frequenza, gestione ed esiti di queste manifestazioni.
Riflessioni e consigli di viaggio
Quasi la metà (46%) dei pazienti con Dengue grave inclusi nello studio aveva viaggiato per turismo, mentre circa un terzo (32%) per far visita a parenti o amici. I paesi nei quali è più comunemente stata contratta l’infezione sono i Caraibi (31%) e il Sud-Est Asiatico (24%).
“La miglior strategia per ridurre gli esiti negativi tra i pazienti con Dengue complicata è la prevenzione dell’infezione” affermano Huits e colleghi. “I viaggiatori dovrebbero aderire a tutte le misure necessarie per evitare la puntura di zanzare e cercare assistenza nel caso di sintomi sospetti” aggiungono.
A sostegno della prevenzione, sono disponibili oggi alcuni vaccini, tra i quali anche Qdenga (TAK- 003, Takeda), recentemente approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) in persone di età superiore a 4 anni. Come spiegano gli autori, questo vaccino è risultato efficace contro i ricoveri ospedalieri di bambini e adolescenti con Dengue virologicamente confermata, ma la sua efficacia nel prevenire la malattia grave nei viaggiatori deve essere ancora valutata.
“Studi futuri di tipo prospettico dovranno valutare, tra l’altro, anche sicurezza, efficacia e convenienza economica della vaccinazione nel ridurre la morbilità associata a Dengue complicata nei viaggiatori” concludono.
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