Demenza ed età avanzata, un possibile aiuto dagli apparecchi acustici
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
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- Negli anziani la perdita dell’udito si associa a una prevalenza più alta di demenza.
- La prevalenza cresce all’aumentare della gravità dell’ipoacusia, mentre diminuisce con l’uso di apparecchi acustici.
In uno studio condotto su un campione rappresentativo della popolazione anziana degli Stati Uniti, con oltre la metà dei partecipanti con più di 80 anni, la perdita dell’udito da moderata a grave si associa a una maggiore prevalenza di demenza. Allo stesso tempo, l’utilizzo di apparecchi acustici risulta associato a una prevalenza più bassa. “L’ipoacusia rappresenta l’8% dei casi globali di demenza, rendendola il più grande fattore di rischio modificabile per la demenza a livello di popolazione” esordiscono i ricercatori su JAMA, sottolineando però come esistano poche stime rappresentative dell’associazione tra perdita dell’udito e demenza tra gli anziani statunitensi.
L’analisi ha riguardato i dati di circa 2.400 partecipanti al National Health and Aging Trends Study (NHATS), uno studio sui beneficiari di Medicare con più di 65 anni. Poco più della metà degli anziani coinvolti aveva oltre 80 anni.
È stata osservata una prevalenza ponderata di demenza di circa il 10% che cresceva con l’aumentare della gravità della perdita uditiva: in particolare era pari a 6,19% per ipoacusia normale (≤ 25 dB), 8,93% per ipoacusia lieve (26-40 dB) e 16,52% per ipoacusia da moderata a grave (> 40 dB). La prevalenza ponderata della perdita dell’udito era del 36,74% e del 29,79% rispettivamente per ipoacusia lieve e da moderata a grave.
I ricercatori hanno visto che negli 853 partecipanti con perdita uditiva da moderata a grave, l’uso di apparecchi acustici si associa a una minore prevalenza di demenza. Per gli autori questo risultato va a sostegno di azioni di sanità pubblica volte a migliorare l’accesso agli apparecchi acustici a prezzi accessibili e la loro fornitura, così come quella di servizi di riabilitazione da parte di Medicare. In Italia per alcune categorie di cittadini con problemi di udito è previsto un contributo da parte del Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di apparecchi acustici, ma lo screening sul territorio e l'instradamento dei pazienti con disturbi dell'udito a una valutazione specialistica e all'uso degli apparecchi è ancora carente.
“Sono necessarie analisi di mediazione per caratterizzare i meccanismi alla base dell’associazione e studi randomizzati per determinare gli effetti degli interventi sull’udito nella riduzione del rischio di demenza” concludono gli autori.
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