Dalla dieta mediterranea un possibile aiuto contro la demenza

  • Cristina Ferrario
  • Uniflash
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Il rischio di sviluppare demenza nella mezza età o da anziani si riduce anche attraverso ciò che portiamo in tavola. È quanto si evince dai risultati di una metanalisi pubblicato su JAMA Psychiatry dai quali emerge un’associazione tra l’aderenza alla cosiddetta dieta MIND (Mediterranean–Dietary Approaches to Stop Hypertension [DASH] Intervention for Neurodegenerative Delay) e la riduzione del rischio di demenza incidente a partire dalla mezza età. 

“La demenza rappresenta un peso importante per i sistemi sanitari e una grande sfida al benessere delle persone anziane” esordiscono gli autori dello studio, coordinati da Changzheng Yuan, della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou (China). “Ad oggi non esistono trattamenti efficaci per contrastare questa condizione e di conseguenza è particolarmente importante identificare strategie di prevenzione” aggiungono, ricordando che numerosi fattori associati all’alimentazione sono stati chiamati in causa in questo contesto. 

 

La salute del cervello parte dal piatto

Lo studio di Yuan e colleghi è partito dall’analisi di oltre 18.000 partecipanti arruolati in tre diverse coorti: quella del Whitehall II study (WII), quella del Health and Retirement Study (HRS) e la coorte Framingham Heart Study Offspring (FOS). Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un questionario di frequenza alimentare che ha permesso di calcolare il punteggio MIND (0-15) nel quale i valori più alti indicano una maggiore aderenza alla dieta. 

A conti fatti l’analisi ha mostrato che punteggi MIND più alti si associavano a un minor rischio di demenza, tanto che per ogni 3 punti di incremento del punteggio il rischio scendeva del 17% (hazard ratio [HR] aggregato 0,83; P per la tendenza=0,01). “L’associazione si è mantenuta in tutti i sottogruppi, senza differenze legate al sesso, all’età, all’abitudine al fumo o all’indice di massa corporea” precisano i ricercatori che hanno anche condotto una metanalisi su 11 studi di coorte (incluso quello appena descritto) per un totale di oltre 224.049 partecipanti. Anche in questo caso il terzile più elevato di punteggio MIND è risultato associate a un minor rischio di demenza rispetto al terzile più basso (HR aggregato 0,83).

 

Cibo per la mente

La dieta MIND è stata pensata nello specifico per sostenere il cervello che invecchia. In estrema sintesi, questo regime alimentare si basa sui principi della dieta mediterranea e della dieta DASH. Questi piani nutrizionali hanno mostrato una certa efficacia nel preservare le funzioni cognitive, probabilmente grazie al loro impatto favorevole sulla salute cardiovascolare che a sua volta preserva la salute del cervello, come spiegano gli esperti della Harvard TH Chan of Public Health. 

Come la dieta mediterranea e la DASH, anche la dieta MIND privilegia gli alimenti di origine vegetale, riducendo al minimo i cibi di origine animale e quelli ricchi di grassi saturi. In aggiunta a ciò, la dieta MIND aggiunge alcuni cibi “sani” e altri “non sani” per il cervello. Fanno parte dei cibi sani i cereali integrali (≥3 porzioni/giorno), le verdure a foglia verde (≥3 porzioni/settimana), frutti di bosco (≥2 porzioni/settimana) e noci (≥5 porzioni/settimana). Tra i cibi non sani si possono citare i dolci (≤5 porzioni/settimana) e la carne rossa (≤4 porzioni/settimana).

“Studi futuri aiuteranno a valutare e definire meglio la dieta MIND in diverse popolazioni e a identificare le migliori finestre di intervento per la prevenzione della demenza” concludono gli autori.