Da AVALON nuove chance per i pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante/refrattaria
- Elena Riboldi
- Uniflash
Sono appena stati pubblicati sulla rivista Cancer i risultati del trial AVALON, il più grande studio real-life mai condotto sull’efficacia e la sicurezza della combinazione di venetoclax (VEN) e agenti ipometilanti (HMA) nella leucemia mieloide acuta (LMA). Oltre a confermarne l’efficacia nella LMA di nuova diagnosi, lo studio AVALON, che ha coinvolto 32 centri ematologici italiani, dimostra che la combinazione VEN+HMA offre valide prospettive di sopravvivenza anche ai pazienti con malattia refrattaria/recidivante.
La combinazione di venetoclax, un inibitore di BCL-2, e azacitabina o decitabina, due agenti ipometilanti, è diventata lo standard di cura per i pazienti che ricevono la diagnosi di LMA e non sono idonei alla chemioterapia intensiva. Pur essendo spesso prescritta off-label anche ai pazienti con LMA refrattaria/recidivante vi sono solo studi retrospettivi con un campione limitato di pazienti a supporto di questa indicazione. Lo studio AVALON, promosso dall’Istituto Romagnolo per lo studio dei Tumori “Dino Amadori” (IRST) e dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), viene perciò a colmare questo gap di conoscenza.
Lo studio ha riguardato 190 pazienti con LMA (43 con nuova diagnosi, 68 refrattari e 79 recidivanti) trattati con la combinazione VEN+HMA come prima linea di trattamento o come rescue therapy. L’età media al momento della somministrazione della terapia era 68 anni. Il 67,4% dei pazienti ha ricevuto venetoclax più azacitabina e il 32,6% venetoclax più decitabina. La risposta è stata valutata in 166 pazienti. Guarigione completa (CR), remissione completa con guarigione incompleta (CRi) e stato morfologico non leucemico (MLFS) sono stati definiti sulla base della conta del sangue periferico e della percentuale di blasti nel midollo osseo.
Complessivamente il tasso di remissione completa composita (cCR = CR + CRi + MLFS) era 39,0% e quello di risposta obiettiva (ORR = cCR più remissione parziale) era 50,5%. Andando ad analizzare separatamente i tre gruppi di pazienti, cCR e ORR erano: 48,8% e 65,1% per la LMA di nuova diagnosi; 38,2% e 51,5% per la LMA refrattaria; 34,2% e 41,8% per la LMA recidivante. La sopravvivenza libera da eventi (EFS) e la sopravvivenza globale (OS) erano, rispettivamente, 5,8 e 12,7 mesi nella LMA di nuova diagnosi, 6,2 e 9,1 mesi nella LMA refrattaria e 4,4 e 6,3 mesi nella LMA recidivante (follow-up mediano rispettivamente pari a 17,3, 20,7 e 26,1 mesi). Le tossicità erano gestibili e si manifestavano soprattutto nei primi 60 giorni. Gli eventi avversi non ematologici più comuni erano le infezioni.
Il tasso di risposta e la sopravvivenza globale osservati nei pazienti con LMA di nuova diagnosi sono più bassi di quelli registrati nello studio VIALE-A, ma molto buoni se si considera la natura real-life dello studio AVALON, che ha incluso anche pazienti che non sarebbero stati eleggibili per uno studio randomizzato. Ancor più degni di nota sono i risultati nei pazienti con malattia refrattaria/recidivante. “Nel prossimo futuro la combinazione VEN+HMA sarà ampiamente utilizzata – prevedono gli autori dello studio – ed è destinata a costituire la base per combinazioni di tre farmaci e un’integrazione delle terapie target e delle immunoterapie”.
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute