Cure domiciliari, nuova circolare ministero aggiorna terapie e indicazioni
- Univadis
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Roma, 10 feb. (Adnkronos Salute) - La gestione delle cure anti-Covid a casa. Il ministero della Salute, con una nuova circolare, ha aggiornato le indicazioni per le cure domiciliari con approfondimenti specifici per i bambini e le donne in gravidanza. Il ministero della Salute spiega che la circolare arriva per "la sopravvenuta disponibilità di nuovi farmaci antivirali e anticorpi monoclonali". La premessa è che "le terapie, sia con anticorpi monoclonali, che con antivirali, sono indicate per soggetti con Covid lieve-moderato di recente insorgenza, non ospedalizzati e non in ossigenoterapia, che presentino fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi di malattia".
In accordo con le specifiche determine autorizzative dell’Aifa, "la selezione del paziente da trattare con anticorpi monoclonali o con antivirali è affidata ai medici che trattano pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati", evidenzia la circolare.
In particolare, nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, sulla base delle informazioni e dei dati attualmente disponibili, gli esperti del ministero "forniscono le seguenti raccomandazioni di gestione clinica: costante e accurato monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente, inclusa la misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria (si raccomanda di considerare come valore soglia di sicurezza per un paziente Covid-19 domiciliato il 92% di saturazione dell’ossigeno (SpO2) in aria ambiente)". Trattamenti sintomatici, "ad esempio paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso", riporta la circolare.
E ancora, "appropriate idratazione e nutrizione, in particolare nei pazienti anziani. Nel paziente immobilizzato, visto l’aumentato rischio di sarcopenia va garantito un appropriato apporto proteico. Promuovere, nei limiti consentiti dalle condizioni cliniche del paziente, l’attività fisica a domicilio che, anche se limitata, contribuisce a prevenire le conseguenze dell’immobilizzazione e dell’allettamento e può consentire una riduzione dell’indicazione all’utilizzo dell’eparina".
La circolare evidenzia che occorre "evitare l’uso empirico di antibiotici. La mancanza di un solido razionale e l’assenza di prove di efficacia nel trattamento di pazienti con la sola infezione virale da Sars-CoV2 non consentono di raccomandare l’utilizzo degli antibiotici, da soli o associati ad altri farmaci". Inoltre il documento rimarca come "un ingiustificato utilizzo degli antibiotici può, inoltre, determinare l’insorgenza e il propagarsi di resistenze batteriche che potrebbero compromettere la risposta a terapie antibiotiche future. Il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi nei quali l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica".
"Non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente. E non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (ad esempio terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope), in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti che possono avere anche un importante impatto sulla prognosi. Evitare l’uso di benzodiazepine, soprattutto ad alto dosaggio, in considerazione dei possibili rischi di depressione respiratoria", ricorda la circolare.
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