COVID-19 – Vaccino di richiamo per i pazienti oncologici
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
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- Le persone con un cancro, rispetto a quelle senza, hanno un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2 e outcome negativi correlati al COVID-19.
- I pazienti con tumori ematologici e quelli in chemioterapia presentano rischi più alti, mentre la terza dose di vaccino si associa, in generale, a rischi più bassi.
Secondo uno studio pubblicato su JAMA Oncology condotto su un’ampia popolazione vaccinata contro il COVID-19, le persone in terapia per un cancro e quelle con tumori ematologici dovrebbero avere la priorità nei riguardi della vaccinazione di richiamo, della profilassi pre-esposizione se disponibile e, in caso di infezione, della terapia antivirale. Rispetto alle persone senza cancro, i pazienti hanno un rischio maggiore di infezione breakthrough e outcome gravi, tra cui ricovero in ospedale e decesso. Quelli con tumori ematologici hanno i rischi più alti, anche rispetto ai pazienti con tumori solidi. I rischi aumentano in caso di chemioterapia attiva, a prescindere dal tipo di cancro, e soprattutto nei pazienti con cancro ematologico che hanno ricevuto una terapia anti-CD20.
Lo studio, uno dei più ampi basati sulla popolazione e con un follow-up che ha permesso di inglobare le varianti Alpha, Delta e Omicron (fino a marzo 2022), è il primo che ha fatto anche un confronto tra pazienti con tumori ematologici e pazienti con tumori solidi. I ricercatori hanno utilizzato database amministrativi dell'Ontario (Canada) e incluso quasi 40.000 persone con un tumore ematologico, quasi 250.000 con un cancro solido e oltre 1 milione senza malattia oncologica. I partecipanti avevano un’età media di 66 anni, erano per lo più donne e tutti vaccinati contro il COVID-19 (soprattutto con vaccini a mRNA).
È emerso che i pazienti ematologici avevano un rischio di infezione da SARS-CoV-2 più alto delle persone senza cancro (HR aggiustato 1,05). Tutti i partecipanti con il cancro avevano anche rischi maggiori di recarsi al pronto soccorso (1,28), outcome gravi (un composito di ricovero e morte, 1,52) e decesso (1,60) entro 4 settimane dall’infezione.
I rischi più alti si osservano tra i pazienti in terapia con anti-CD20. Da notare però che la terza dose di vaccino si associa a un rischio minore sia di infezione breakthrough sia di complicanze, a eccezione di quelli che hanno ricevuto anti-CD20.
“A quanto ci risulta, siamo i primi a dimostrare che la vaccinazione di richiamo protegge dall’infezione breakthrough e dagli outcome gravi in pazienti con cancro, nonostante la mancanza di protezione con una terza dose di vaccino nei pazienti che hanno ricevuto una terapia anti-CD20” scrivono i ricercatori.
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