COVID-19 – Sì al vaccino bivalente per i soggetti a rischio
- Elena Riboldi
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- Uno studio di popolazione condotto in Israele dimostra che i soggetti anziani (≥65 anni) che ricevono una dose booster del vaccino anti-SARS-CoV-2 a mRNA bivalente hanno un tasso di ricovero per COVID-19 più basso di chi non lo riceve.
- La protezione dalle forme gravi di COVID-19 risulta evidente fino a 120 giorni dalla vaccinazione.
- Questo dato real-world dimostra l’importanza del booster con vaccino bivalente in popolazioni ad alto rischio di forme gravi di COVID-19 che vanno incoraggiate a vaccinarsi.
Perché è importante
- La comparsa della variante omicron, contro la quale i primi vaccini a mRNA sono risultati meno efficaci di quanto non fossero contro le varianti precedenti, ha portato allo sviluppo di vaccini bivalenti diretti contro il ceppo originario e contro le varianti omicron BA.4 e BA.5.
- I vaccini bivalenti sono stati approvati basandosi su dati di laboratorio e non su dati di efficacia clinica, è perciò importante dimostrare che sono efficaci nel contesto real-world.
Come è stato condotto lo studio
- Si tratta di uno studio retrospettivo basato sulle cartelle cliniche elettroniche raccolte dal più grosso dei quattro fornitori di servizi sanitari in Israele, Clalit Health Services (CHS).
- Sono stati inclusi nello studio tutti i membri di CHS di età ≥65 anni eleggibili per il booster con il vaccino bivalente Pfizer-BioNTech (n=569.519).
- È stato confrontato il tasso di ricovero e di decesso per COVID-19 tra chi aveva ricevuto il booster (n=134.215) e chi non lo aveva ricevuto (n=435.304); il modello statistico utilizzato per stimare l’associazione tra vaccino bivalente ed esiti gravi è stato aggiustato per numerosi fattori confondenti (caratteristiche demografiche, comorbidità, infezioni pregresse da SARS-CoV-2, numero di dosi di vaccino anti-COVID-19, intervallo tra il booster e la vaccinazione precedente).
Risultati principali
- L’hazard ratio (HR) per l’ospedalizzazione a causa del COVID-19 era 0,28 (95%CI 0,19-0,40), pari a un’efficacia relativa del 72% (95%CI 60-81%).
- L’HR per i decessi causati dal COVID-19 era 0,32 (95%CI 0,18-0,58), pari a un’efficacia relativa del 68% (95%CI 42-82%).
- Il fatto che l’analisi sia stata aggiustata per numero di dosi e tempo trascorso dalla somministrazione della dose precedente è assai rilevante perché il numero di booster e il calo di efficacia nel tempo possono influenzare le stime di efficacia in modo sostanziale.
- Gli autori dello studio hanno calcolato che per evitare un’ospedalizzazione è necessario somministrare il booster a 1.118 persone (95%CI 993-1.341), mentre per evitare un decesso occorre somministrarlo a 3.722 persone (95%CI 3.068-6.026).
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