COVID-19 – Ogni variante è una diversa malattia?

  • Cristina Ferrario — Agenzia Zoe
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Messaggi chiave

  • L’epidemiologia delle varianti alfa, delta e omicron di SARS-CoV-2 suggerisce che la gravità della malattia risulta inferiore per la variante omicron rispetto alla delta.
  • L’efficacia di due dosi di vaccino a mRNA nel prevenire i ricoveri per COVID-19 è inferiore in caso di infezione da variante omicron rispetto alle altre due varianti.
  • In caso di infezione da variante omicron, servono tre dosi di vaccino per raggiungere un livello di protezione simile a quello raggiunto con due dosi per le varianti alfa e delta.

Secondo uno studio statunitense pubblicato sul British Medical Journal, le varianti alfa, delta e omicron del virus SARS-CoV-2 causano malattie di gravità differenti e rispondono in maniera diversa alla vaccinazione con vaccini a mRNA.

“Dall’inizio della pandemia sono state identificate cinque varianti principali del virus originale: alfa, beta, gamma, delta e omicron” spiegano gli autori della ricerca guidati da Adam S. Lauring dell’Università del Michigan di Ann Arbor. “L’insorgenza di nuove varianti preoccupa a causa della possibilità di una maggiore trasmissibilità dell’infezione e/o di una maggiore gravità della conseguente malattia” aggiungono, ricordando che conoscere l’epidemiologia delle diverse varianti e l’efficacia dei vaccini oggi disponibili è fondamentale per mettere in campo strategie vaccinali e terapeutiche vincenti.

Partendo da questi presupposti, Lauring e colleghi hanno confrontato le varianti alfa, delta e omicron in termini di gravità della malattia e di efficacia dei vaccini a mRNA nel prevenire il ricovero in ospedale.

Nello studio caso-controllo sono stati coinvolti 11.690 adulti suddivisi in gruppi basati sulla variante di SARS-CoV-2. Questa è stata definita mediante sequenziamento genomico o in base alla variante predominante al momento del ricovero: alfa (dall’11 marzo al 3 luglio 2021), delta (dal 4 luglio al 25 dicembre 2021) e omicron (dal 26 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022).

Come già suggerito da alcuni studi preliminari, l’efficacia di due dosi di un vaccino a mRNA è risultata inferiore in caso di infezione da variante omicron (65%) rispetto a quelle da varianti alfa (85%) e delta (85%). “Solo con la terza dose l’efficacia contro la variante omicron raggiungeva l’86%, un valore paragonabile a quello ottenuto con le due dosi per le varianti alfa e delta” affermano i ricercatori.

Diverse anche le manifestazioni della malattia, con gravità maggiori per i pazienti con variante delta rispetto alle altre due varianti. “La variante omicron sembra associata a una malattia meno grave, ma ciò non elimina il rischio di malattia critica e decesso” precisano gli autori, spiegando che il 15% dei pazienti con variante omicron presenti nello studio ha fatto ricorso a ventilazione meccanica e il 7% è deceduto.

Nonostante queste differenze, un dato resta comune a tutte le varianti: i pazienti vaccinati ricoverati in ospedale con COVID-19 vanno incontro a malattia meno grave rispetto ai non vaccinati, indipendentemente dalla variante presa in considerazione.

“Questi dati confermano l’efficacia dei vaccini a mRNA contro le varianti alfa, delta e omicron. Inoltre suggeriscono che la vaccinazione, inclusa una terza dose di vaccino a mRNA, è un fattore critico per proteggere la popolazione da morbilità e mortalità associata a COVID-19” concludono gli autori.