COVID-19 e soggetti asintomatici: dimensione e caratteristiche del problema
- Paolo Spriano
- Uniflash
Le infezioni asintomatiche dovrebbero essere considerate una fonte di infezioni da COVID-19 con un ruolo importante nella diffusione del virus all'interno della comunità. Rappresentano una sfida per il controllo della pandemia, in particolare per la prevenzione dei focolai epidemici ed è un elemento critico di ostacolo per il ritorno alla normalità.
Le prove hanno dimostrato, fin dalle prime fasi della pandemia che, a differenza della SARS, i pazienti asintomatici erano una significativa fonte di trasmissione di COVID-19 (1). A causa dell'assenza di sintomi, questi pazienti non richiedono cure mediche e non sono rilevati dai comuni screening mediante misurazione della temperatura corporea.
Una valutazione più precisa della percentuale di infezioni asintomatiche, tra popolazione testata e popolazione con COVID-19 confermato, potrebbe essere utile per strategie di riduzione della trasmissione in questi casi.
COVID-19 asintomatico: evidenze iniziali
A metà 2020, fin dalle prime revisioni sistematiche e metanalisi dei dati della letteratura, apparve evidente che la maggior parte dei pazienti con un decorso asintomatico della malattia apparteneva a gruppi di età più giovani, mentre non vi era alcuna differenza significativa nella distribuzione di genere. La percentuale di casi asintomatici in alcune serie analizzate è stata del 24,2% - 25% (2,3). Gli studi che includevano i risultati di diversi modelli di previsione hanno indicato la dimensione dei casi asintomatici con percentuali variabili dal 9,2% al 69% (2) e ci sono prove a supporto che la carica virale rilevata in pazienti asintomatici con infezione da SARS-CoV-2 era paragonabile a quella dei casi sintomatici (4).
COVID-19 asintomatico: la dimensione attuale
Una recente metanalsi sul tema chiarisce il problema rispetto alle prove disponibili e il suo impatto rispetto a vari scenari di popolazione (5). Lo studio della percentuale di infezioni asintomatiche tra gli individui sottoposti a test e quelli con COVID-19 confermato (rispettivamente popolazione testata e popolazione confermata) è stato realizzato mediante una meta-analisi su 95 studi unici che hanno coperto circa 30 Milioni di individui sottoposti a test. Le infezioni asintomatiche individuate, erano 11 516, corrispondenti a una percentuale aggregata dello 0,25% (IC 95%, 0,23%-0,27%).
La percentuale variava rispetto alle caratteristiche delle popolazioni studiate e alla geografia degli studi:
- 4,52% (IC 95%, 4,15%-4,89%) in residenti o personale delle case di cura,
- 2,02% (IC 95%, 1,66%-2,38%) in viaggiatori aerei o in crociera,
- 2,34% (IC 95%, 1,89%-2,78%) in donne in gravidanza,
- 1,46% (IC 95%, 1,05% -1,88%) in contatti stretti,
- 0,75% (IC 95%, 0,60% -0,90%) in operatori sanitari o pazienti ricoverati in ospedale
- 0,40% (IC 95%, 0,18%-0,62%) in residenti in comunità.
- 0,90% (IC 95%, 0,87%-0,93%) in Europa,
- 0,47% (IC 95%, 0,39%-0,54%) in Nord America
- 0,05% (IC 95%, 0,04% -0,07%) in Asia.
Quindi la percentuale aggregata di infezioni asintomatiche tra la popolazione confermata è stata del 40,50% (IC 95 %, 33,50%-47,50%), con una differenza legata al tipo di studi. Negli studi di coorte era del 40,96%, leggermente inferiore a quella degli studi trasversali (44,47%). Questo perché negli studi trasversali, a causa del tempo di osservazione limitato, i pazienti che hanno sviluppato i sintomi successivamente all’osservazione sono stati erroneamente classificati come affetti da un’infezione asintomatica. La percentuale di infezioni asintomatiche tra la popolazione confermata era del 54,11% nelle donne in gravidanza e del 52,91% nei viaggiatori aerei o in crociera. Nei residenti o nel personale delle case di cura la percentuale era del 47,53%.
Gestione dei soggetti asintomatici
La scoperta di un'alta percentuale di infezioni asintomatiche tra i viaggiatori in aereo o in crociera suggerisce che lo screening e la quarantena sono elementi determinanti per ridurre le trasmissioni nella comunità. Lo screening per l'infezione asintomatica si conferma come strategia adeguata, in particolare per i paesi che hanno controllato con successo SARS-CoV-2 (5). Le infezioni asintomatiche dovrebbero essere gestite in un modo simile a quello per le infezioni confermate, compreso l'isolamento e un’efficiente ricerca dei contatti.
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