COVID-19: aggiornamento della settimana 5-9

  • Roberta Villa — Agenzia Zoe
  • Notizie dalla letteratura
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  • Nella settimana dal 22 al 29 agosto l’incidenza di covid-19 in Italia risulta sostanzialmente stabile, anche se, secondo i dati aggregati più recenti raccolti dal Ministero della Salute, si può osservare una leggera ripresa della discesa, dai 277 casi su 100.000 abitanti del periodo precedente ai 243 dal 26 agosto al primo settembre. Risale da 0,74 a 0,81 l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici, restando comunque sotto la soglia epidemica.
  • Scende sotto il 10%, arrivando a 8,5%, il tasso di occupazione covid-19 dei letti ospedalieri in area medica e passa dal 2,8% al 2,5% in terapia intensiva (Ministero della salute). Prosegue anche il calo dei decessi settimanali (485), il cui numero è sceso del 22,4% rispetto alla settimana precedente (Lab24 Sole 24 Ore).
  • Una nuova circolare del Ministero della Salute ha accorciato i tempi di isolamento previsti in caso di infezione da SARS-CoV-2, portandoli da 7 a 5 giorni, purché da almeno 2 il paziente sia asintomatico e abbia un tampone negativo. Nel caso di positività persistente, l’isolamento passa da 21 a 14 giorni (Ministero della salute).
  • Sul New England Journal of Medicine, un’interessante review di Dan Barouch, importante virologo e immunologo dell’Università di Harvard, a capo del gruppo che ha creato il vaccino di Johnson and Johnson, discute di vaccini, immunità, varianti e booster (Barouch). Questi ultimi sono stati autorizzati nelle loro versioni aggiornate nei giorni scorsi sia da FDA sia da EMA, ma con importanti differenze. L’agenzia europa infatti ha dato il via libera al prodotto bivalente basato sul ceppo di Wuhan e la mutante omicron 1, sebbene questa sia ormai sparita dal continente, perché per questo era disponibile un’adeguata documentazione clinica. Nel suo documento, l’agenzia ha inoltre ribadito che, per “risvegliare” l’immunità prima dell’inverno, si possono usare anche i vaccini monovalenti usati finora, al contrario di quella statunitense che li riserva all’immunizzazione primaria. L’FDA inoltre ha scavalcato i prodotti a base di omicron 1, promuovendo già quelli che al virus originario aggiungono la variante omicron 4/5, oggi prevalente, sebbene la documentazione fornita dalle aziende sia a oggi preclinica, e per i dati sugli esseri umani faccia riferimento al bivalente con la sottovariante omicron 1. In altre parole, mentre l’EMA ha puntato a preservare la fiducia dell’opinione pubblica con maggiore prudenza, la FDA ha valutato che i criteri adottati nell’aggiornamento dei vaccini antinfluenzali potessero già essere applicati a questi prodotti più recenti, da cui ci si aspetta maggiore efficacia, e i CDC li hanno raccomandati per tutti i cittadini dai 12 anni (Pfizer) o dai 18 (Moderna) che abbiano ricevuto la seconda o terza dose da almeno due mesi. EMA invece ha raccomandato indifferentemente Pfizer e Moderna per adulti e adolescenti perché per entrambi sono stati conclusi i trial clinici (FDA, EMA). Il passaggio da AIFA, che si prevede senza intoppi, dovrebbe avvenire mercoledì, dopodiché i nuovi vaccini dovrebbero arrivare anche in Italia.
  • Mentre ci si chiede se procedere alla quarta dose subito o aspettare la nuova versione, una metanalisi australiana, per ora solo in preprint, rassicura medici e pazienti: sulla base di tutti i dati di neutralizzazione a oggi disponibili, sembra che gran parte della protezione dipenda dal ricevere un qualunque booster, che sia con il ceppo originale o bivalente (Khoury).
  • Nelle scelte politiche e in gran parte del dibattito scientifico sull’evoluzione della pandemia verso una forma endemica, si continuano però a ignorare le conseguenze a medio e lungo termine che colpiscono una piccola, ma significativa, percentuale di pazienti. Danilo Buonsenso, del Gemelli di Roma, è uno dei medici che in Italia ha preso più a a cuore il tema del long covid nell’infanzia e in adolescenza. Il pediatra ha firmato per primo un case report su Lancet Child & Adolescent Health riguardo a una ragazzina di 14 anni, colpita da covid in forma lieve nell’ottobre 2020, che dopo un mese aveva sviluppato faticabilità, mal di testa, dolore al petto e una tachicardia indagata in molti modi senza arrivare a una diagnosi. Il riscontro, dopo 7 mesi senza miglioramento, di un profilo immunitario proinfiammatorio, ha spinto i medici del Gemelli ad approfondire il caso, fino a dimostrare una disfunzione della circolazione polmonare, con un possibile danno endoteliale o microvascolare evidenziato da un test da sforzo cardiopolmonare seguito da SPECT/TC (Buonsenso).