- Nella settimana dal 12 al 18 luglio, la sempre maggiore prevalenza della variante delta nel nostro Paese ha fatto più che raddoppiare l’incidenza di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 a livello nazionale, con segnali di forte ripresa dell’epidemia in quasi tutte le regioni: si è infatti passati da 14 a 31 nuovi casi per 100.000 abitanti. Raddoppia anche il numero di nuovi casi non legati a una catena di trasmissione.
- Nelle prime due settimane di luglio l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,26 (range 0,96– 1,62), in forte aumento rispetto alla settimana precedente e sopra uno. Cresce anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=1,16 vs Rt=0,97 della settimana precedente, sebbene il carico sui servizi sanitari e sulle terapie intensive resti per ora largamente sotto controllo, in entrambi i casi intorno al 2% della disponibilità di posti letto (Ministero della Salute).
- Hanno concluso il ciclo vaccinale circa 30 milioni di persone, pari a oltre il 55% dei cittadini oltre i 12 anni, cioè i candidati alla vaccinazione, con grosse differenze tra regioni: Liguria, Toscana e provincia di Trento condividono con Sicilia, Calabria e Basilicata un tasso intorno al 50%, mentre risultati migliori si hanno in Lombardia e Friuli Venezia-Giulia, che inseguono Puglia, Campania e soprattutto il Lazio, che ormai sfiora il 60%.
- Mentre, a livello nazionale, sono a oggi protetti 9 ultraottantenni e 8 settantenni su dieci, la percentuale scende nelle fasce dei 60 e 50enni, in cui si può dire completamente vaccinato rispettivamente il 71 e il 63% della popolazione. È protetta meno della metà dei quarantenni, con valori che vanno poi a scendere tra i più giovani.
- Il numero di dosi somministrate la scorsa settimana è sceso a 3 milioni e mezzo, il dato più basso da diversi mesi. Si attribuisce questo rallentamento all’esitazione del pubblico, ma dal momento che a livello nazionale è stato somministrato quasi il 95% delle dosi consegnate, è possibile che in parte contribuisca anche una questione di disponibilità.
- Data la dissociazione tra curva dei casi e curva dei ricoveri dovuta alla percentuale di persone vaccinate, il Consiglio dei ministri ha deciso di modificare i criteri che definiscono il passaggio tra un’area di un colore e l’altra da parte delle Regioni: sopra i 50 casi su 100.000 abitanti, sarà infatti il superamento di una soglia del 10% per le terapie intensive e del 30% per i reparti ordinari a stabilire il passaggio in zona gialla. Per il momento, nessuna Regione si trova in queste condizioni (Ministero della Salute).
- Il Consiglio dei Ministri ha inoltre definito le caratteristiche del Green pass che dal 6 agosto sarà necessario per accedere a una lunga serie di attività al chiuso: cinema, teatri, ristoranti, bar (ma non per la consumazione in piedi), ma anche piscine, palestre e centri benessere. Restano per ora esclusi mezzi di trasporto urbano, scuole, luoghi di lavoro. Per avere il pass basterà aver ricevuto una sola dose di vaccino, oppure aver superato Covid-19 da non più di 6 mesi o aver effettuato un tampone rapido o molecolare nelle ultime 48 ore (Ministero della Salute).
- Si discute della capacità della variante delta di evadere l’immunità fornita dal vaccino. Mentre da Israele arrivano notizie di una drastica riduzione di efficace del vaccino di Pfizer, i dati pubblicati la scorsa settimana sul New England Journal of Medicine sono più rassicuranti: mentre dopo una sola dose l’efficacia dei vaccini di Pfizer e Astrazeneca è di poco superiore al 30% (vs il 48,7% registrato contro la variante alfa), il ciclo completo garantisce un’efficacia dell’88% con Pfizer e del 67% con Astrazeneca (vs un’efficacia rispettivamente del 93,7% e del 74,5% contro alfa) (Bernal 2021).
- Nel frattempo uno studio cinese, per ora pubblicato solo in preprint, ha cercato di individuare il meccanismo che determina la maggiore contagiosità della variante delta, identificandone una possibile spiegazione con una carica molto più elevata, fino a mille volte di più rispetto alla variante alfa (Li 2021).
- Dal punto di vista clinico, si riconferma la specificità del sintomo anosmia/ageusia, che è risultato il disturbo più spesso associato a un test positivo in uno studio osservazionale condotto sui record volontari di oltre 10 milioni di persone che li hanno segnalati su sei diverse piattaforme di tre diversi Paesi (USA, UK e Israele), con diverse popolazioni e in diverse fasi della malattia. Gli altri sintomi più frequenti sono risultati febbre e difficoltà respiratorie (Sudre 2021).
- Per quanto riguarda la valutazione dell’opportunità di un terzo booster di vaccino, sono interessanti due studi usciti negli ultimi giorni. Il primo ha segnalato in una lettera a JAMA la correlazione negativa tra dosaggio di anticorpi neutralizzanti e l’età dei pazienti vaccinati, con un impatto anche superiore nei confronti della variante gamma (P.1), che presenta una significativa capacità di evadere la risposta immunitaria a tutte le età, ma soprattutto negli anziani (Bates 2021). Il secondo ha studiato invece la risposta anticorpale a un terzo inoculo di pazienti trapiantati al rene che non avevano risposto alle due dosi di vaccino di Moderna: il richiamo è riuscito a suscitare una reazione immunitaria nella metà circa dei pazienti, ma per gli altri non è stato evidenziato un rialzo del livello anticorpale (Benotmane 2021).
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