COVID-19: aggiornamento della settimana 1-11
- Roberta Villa — Agenzia Zoe
- Notizie dalla letteratura
- Si è purtroppo verificata un’inversione di tendenza nell’andamento dei contagi in Italia: l’aumento dell’incidenza, da 29 a 41 casi per 100.000 abitanti è stato rapido e importante, restando di poco sotto la soglia settimanale dei 50 casi per 100.000. Cresce molto anche l’Rt sui casi sintomatici, da 0,86 a 0,96 (range 0,83 – 1,16), che per la prossima settimana ci si aspetta possa superare di nuovo la soglia epidemica. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è stabile in media a 3,8%, con 14 ricoverati in meno, mentre è già ripreso a salire quello in area medica, al 4,5% con un numero di ricoverati che passa da 2.423 a 2.604 (Ministero della Salute).
- Con quasi 90 milioni di vaccinazioni effettuate in tutto, di cui un milione nella scorsa settimana, è stato raggiunto con almeno una dose l’86,33% della popolazione target sopra i 12 anni di età, mentre quasi l’83% ha concluso il ciclo. Accanto alla vaccinazione primaria con prime dosi, che ormai riguarda quasi solo gli adolescenti, procede anche la campagna per le dosi addizionali agli immunodepressi (meno del 30% della popolazione a cui sarebbe potenzialmente indicata) e per i richiami (43,68% della popolazione target già vaccinata da almeno 6 mesi) (Ministero della Salute).
- Una circolare del Ministero della Salute, preso atto del parere positivo del Comitato tecnico scientifico di AIFA, ha autorizzato anche l’uso del vaccino di Moderna per i richiami, ma a una dose dimezzata rispetto a quella del ciclo iniziale, più vicina alla dose standard di vaccino contenuta nel prodotto di Pfizer Ministero della Salute).
- I dati provenienti da Israele su più di un milione di cittadini confermano l’efficacia di una terza dose di vaccino di Pfizer in chi ha completato il ciclo vaccinale da almeno 5 mesi: dopo una settimana, il richiamo ha ridotto del 93% il rischio di ricovero (231 eventi in chi ha ricevuto due dosi rispetto a 29 in chi ha avuto la terza), del 92% il rischio di malattia grave (157 vs 17 eventi) e dell’81% il rischio di morte da covid-19 (44 vs 7 eventi) (Barda 2021).
- Il provvedimento sembra quindi in grado di ridurre l’impatto della variante delta contro cui l’immunità ottenuta col vaccino sembra svanire nel giro di pochi mesi in tutte le fasce di età, come conferma un altro gande studio condotto sempre in Israele: su tutta la popolazione vaccinata, l’incidenza di nuove infezioni aumenta in maniera significativa in ogni fascia di età col passare del tempo rispetto ai coetanei vaccinati due mesi dopo (Goldberg 2021).
- Uno studio prospettico di coorte condotto nel Regno Unito ha studiato la diffusione della variante delta nei contesti domestici dimostrando il ridotto rischio di contagio per i familiari vaccinati di un caso indice (secondary attack rate, SAR= 25) rispetto alle non vaccinate (SAR=38). Viceversa, quando a contagiarsi è un individuo vaccinato, la sua possibilità di contagiare i conviventi e la sua carica virale non sono molto diverse da quelle di un non vaccinato, sebbene la seconda scenda molto più rapidamente (Singanayagam 2021)
- La Food and Drug Administration americana ha autorizzato la somministrazione della formulazione pediatrica del vaccino di Pfizer (a un dosaggio di 10 invece che di 30 microgrammi) per i bambini dai 5 agli 11 anni (FDA), mentre sta ancora esaminando i dati su Moderna. L’Agenzia europea invece non si è invece ancora espressa al riguardo. La decisione è molto attesa perché è ormai evidente quanto la nuova ondata di contagi sia guidata dai più piccoli, che hanno più contatti e non possono ancora essere vaccinati. Negli ultimi 30 giorni, in Italia, circa un’infezione su 4 è stata registrata in minori di 18 anni (Epicentro).
- Sul fronte delle cure, lo studio TOGETHER che doveva coinvolgere 9.800 pazienti è stato interrotto per superiorità dopo che su 1.500 è stato dimostrato un rischio di ricovero e peggioramento nettamente inferiore nel gruppo trattato con l’antidepressivo fluvoxamina a 100 mg due volte al giorno per 10 giorni (11%) rispetto a quello assegnato al placebo (16%) (Reis 2021).
- Merck, da parte sua, ha dichiarato di rinunciare in 105 Paesi a medio e basso reddito ai diritti su molnupiravir, il primo antivirale per bocca rivelatosi veramente efficace per il trattamento delle forme precoci dell’infezione. Il farmaco potrà essere prodotto come generico, con un prezzo che da 700 euro potrebbe scende a 20 euro o meno, almeno fino a quando l’Organizzazione mondiale della Sanità non dichiarerà la fine di covid-19 come emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.
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