Con la pandemia si sono ridotte le malattie infettive nei bambini

  • Elena Riboldi — Agenzia Zoe
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Messaggi chiave

  • In Inghilterra, nei primi 12 mesi della pandemia di COVID-19 i ricoveri di pazienti pediatrici per malattie infettive sono notevolmente diminuiti.
  • La diminuzione è legata alle misure comportamentali e alle strategie sociali adottate per contenere la diffusione del virus SARS-CoV-2.
  • Studi futuri dovranno chiarire quali misure potrebbero essere mantenute e quale sia l’impatto della diminuita immunità di popolazione per alcune infezioni come quelle respiratorie.

 

Non tutti gli effetti indiretti della pandemia di COVID-19 sono negativi. Uno studio osservazionale condotto in Inghilterra mostra che nei primi 12 mesi dai primi casi europei di COVID-19 sono diminuiti i ricoveri ospedalieri di bambini con malattie infettive. Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, ha preso in esame 19 diverse infezioni e per tutte, tranne una, i ricoveri si sono ridotti. Le cose potrebbero però cambiare con l’allentamento delle misure per il contenimento dell’infezione da SARS-CoV-2 e come conseguenza di un indebolimento dell’immunità di popolazione.

Gli autori dello studio hanno analizzato i ricoveri dei bambini (età 0-14 anni) negli ospedali del National Health Service da marzo 2017 a giugno 2021, confrontando i tassi di ospedalizzazione e la mortalità per 19 patologie infettive prima e dopo l’inizio della pandemia di COVID-19.

A partire da marzo 2020 si è osservata una riduzione consistente e sostenuta per tutte le patologie investigate ad eccezione della pielonefrite. Tra le infezioni respiratorie, le riduzioni più consistenti sono state registrate per l’influenza (-94% [95%CI 89-97) e la bronchiolite (-82% [79-84]). Il dato è in linea con uno studio statunitense che ha riportato una netta riduzione dei casi di infezioni respiratorie nei pazienti pediatrici durante la pandemia. Per le infezioni invasive la riduzione andava da -26% (95%CI 21-32) dell’osteomielite fino al 50% (47-52) della meningite. Elevate percentuali di riduzione sono state osservate anche per le infezioni prevenibili con vaccino come il morbillo (-90% [80-95]) e la parotite (-53% [32-68]). Le riduzioni nei tassi di ospedalizzazione erano presenti in tutti i sottogruppi demografici considerati e anche nei bambini con comorbidità. Per quanto riguarda i decessi a 60 giorni, i numeri assoluti sono diminuiti ad eccezione dei decessi per polmonite: nonostante i ricoveri siano diminuiti del 60% i decessi sono passati dall’1 al 2%. Infine, i dati più recenti mostrano un numero di ricoveri superiore alla media per alcune infezioni respiratorie a partire da maggio 2021.

I risultati dello studio indicano che le misure messe in atto per controllare la pandemia di COVID-19 hanno avuto un impatto sulla trasmissione di altre infezioni nella popolazione infantile. “Queste conquiste sono probabilmente temporanee – scrivono in un editoriale Zachary Willis, della North Caroline University, e Annabelle de St Maurice, della University of California Los Angeles – I virus stagionali fanno affidamento sulla crescita numerica della popolazione suscettibile causata dall’indebolimento dell’immunità protettiva nelle persone già esposte e dall’inserimento di bambini non esposti in quella popolazione. Ciò potrebbe spiegare l’inatteso outbreak di virus respiratorio sinciziale nell’emisfero settentrionale, UK inclusa, durante l’estate 2021, perché bambini e neonati non sono stati esposti a questo virus nei 15 mesi precedenti a causa dei lockdown”. Vedremo nei prossimi mesi come cambieranno le cose. “Man mano che le popolazioni acquisiscono protezione dal COVID-19 per infezione naturale o vaccinazione e che le misure come i lockdown, l’obbligatorietà delle mascherine e il distanziamento sociale si allentano – prevedono i due esperti statunitensi – è probabile che ci sarà un aumento principalmente, ma non esclusivamente, delle infezioni virali”.