Come gestire l’”effetto drucebo” delle statine

  • Elena Riboldi — Agenzia Zoe
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Messaggi chiave

  • In molti casi gli effetti avversi lamentati dal paziente in cura con statine, motivo di interruzione della terapia ipolipemizzante, sono attribuibili all’effetto drucebo.
  • L’International Lipid Expert Panel (ILEP) ha rilasciato alcune linee guida per l’identificazione e la gestione dei sintomi muscolari associati all’uso di statine con un focus particolare su come prevenire e controllare l’effetto drucebo.

 

L’International Lipid Expert Panel (ILEP), un gruppo multidisciplinare di oltre 70 esperti mondiali nel campo dei disordini lipidici e delle loro complicanze, ha generato un algoritmo da utilizzare quando un paziente in cura con le statine lamenta effetti avversi. L’algoritmo aiuta a individuare e a gestire i casi in cui tali effetti avversi, generalmente sintomi muscolari, non dipendono da un reale effetto biologico del farmaco, ma dalle aspettative del paziente, evitando una non necessaria e pericolosa interruzione o riduzione della terapia ipolipemizzante.

L’effetto placebo e l’effetto nocebo sono fenomeni psicologici per cui gli effetti benefici (placebo) o dannosi (nocebo) di una sostanza inerte sono il risultato dell’aspettativa che tale sostanza allevi o causi un particolare sintomo. Gli esperti dell’ILEP nel 2018 fa hanno introdotto il concetto di effetto drucebo (il cui nome deriva dalla contrazione dei termini DRUg e plaCEBO o noCEBO) per riferirsi agli effetti che dipendono da un farmaco e non da una sostanza inerte, come avviene frequentemente con le statine.

“L’intolleranza alle statine è una sindrome clinica in cui gli effetti avversi associati alla terapia con statine, più comunemente sintomi muscolari, hanno come risultato l’interruzione della terapia, aumentando di conseguenza il rischio di esiti cardiovascolari sfavorevoli – spiegano gli esperti dell’ILEP nell’articolo pubblicato sulla rivista Journal of Cachexia, Sarcopenia and Muscle – Tuttavia la completa intolleranza alle statine si verifica in un’esigua minoranza di pazienti (la prevalenza stimata è 3-5%). Molti eventi avversi sono erroneamente attribuiti [alle statine] e i sintomi soggettivi si manifestano per via del fatto che i pazienti si aspettano che compaiano dopo l’assunzione del farmaco (effetto drucebo), il che potrebbe essere vero per più del 50% di tutti i pazienti con debolezza muscolare/dolore”.

Il primo suggerimento dell’ILEP è, quando si inizia la terapia con statine, fornire ai pazienti informazioni sufficienti per potere prendere decisioni consapevoli in caso compaiano sintomi. “Proponiamo l’utilizzo di un piano personalizzato (personalized lipid intevention plan, PLIP) – scrivono gli esperti – Il PLIP è un documento di una pagina disegnato per fornire informazioni fondamentali in maniera accessibile. Ha lo scopo di promuovere decisioni centrate sul paziente informando il paziente stesso circa i benefici del trattamento ipolipemizzante. Il PLIP spiega anche in modo franco la probabilità di eventi avversi, inclusa l’importante informazione che i sintomi muscolari sono comuni, ma raramente causati dalle statine”.

Il position paper prosegue discutendo in dettaglio come diagnosticare in modo efficace l’intolleranza alle statine ed escludere l’effetto nocebo, come gestire sia i casi con anomalie nei biomarcatori e sintomi muscolari sono tollerabili sia i casi con biomarcatori anomali e/o sintomi non tollerabili e infine quali farmaci utilizzare in caso di completa intolleranza alle statine.