Combattere le recidive da Clostridioides difficile agendo sul microbioma

  • Alessia De Chiara
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • In adulti con infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile, una terapia con SER-109 è superiore al placebo nel ridurre il rischio di recidiva.
  • La terapia sperimentale, somministrata per via orale dopo gli antibiotici e costituita da spore presenti di norma nel microbioma, ha mostrato un profilo di sicurezza simile al placebo.

Una terapia sperimentale, dal nome SER-109, somministrata successivamente a una cura antibiotica, è superiore al placebo nel ridurre il rischio di recidiva dell’infezione da C. difficile. Come spiegano i ricercatori, con SER-109 il rischio si riduce del 68% rispetto a quello osservato con i soli antibiotici e il number needed to treat per evitare una recidiva è pari a 3,6. “Gli esiti clinici nell’infezione da C. difficile ricorrente potrebbero migliorare mediante l’uso di un duplice approccio terapeutico: antibiotici per uccidere i batteri che producono le tossine seguiti da una terapia del microbioma per inibire la germinazione delle spore di C. difficile e la replicazione batterica attraverso la riparazione del microbioma” scrivono.

Le terapie attuali per questa infezione non sono ottimali. Gli antibiotici disponibili non uccidono le spore, la cui germinazione può essere facilitata in presenza di un microbioma perturbato. In questo scenario si fa spazio SER-109, una terapia sperimentale orale sviluppata proprio per ridurre il rischio di infezioni ricorrenti da C. difficile e costituita da spore purificate di Firmicutes, normalmente presenti in un microbioma sano. “Abbiamo ipotizzato che queste spore formanti batteri competano con il C. difficile a livello metabolico per i nutrienti essenziali, modulino i profili acido biliari per ristabilire la resistenza alla colonizzazione, o abbiano entrambi gli effetti” scrivono i ricercatori.

ECOSPOR III è uno studio di fase 3, nel quale 182 pazienti con almeno 3 episodi di infezione da C. difficile in 12 mesi sono stati randomizzati a ricevere, sotto forma di 4 compresse al giorno per 3 giorni, SER-109 o un placebo a seguito di un trattamento antibiotico standard. L’82% dei partecipanti, con età media di 65,5 anni, ha terminato le 8 settimane di follow-up previste. Il 12% dei pazienti nel gruppo SER-109 e il 40% del gruppo placebo ha subito una recidiva (rischio relativo 0,32). Inoltre, una risposta clinica duratura è stata osservata rispettivamente nell’88% e nel 60% dei pazienti. Le recidive sono state meno frequenti con il SER-109 anche nell’analisi stratificata in base all’età (rischio relativo 0,24 e 0,36 per i pazienti con rispettivamente <65 e ≥65 anni) e all’antibiotico ricevuto (rischio relativo 0,41 e 0,09 per i pazienti che hanno assunto rispettivamente vancomicina e fidaxomicina).  Gli autori sottolineano la necessità di un intervento tempestivo sul microbioma, poiché la maggior parte delle recidive è avvenuta nelle prime 2 settimane dalla terapia antibiotica.

“Informazioni sulle proprietà farmacologiche di questa terapia orale del microbioma hanno implicazioni non solo per il trattamento dell’infezione ricorrente da C. difficile, ma anche per altre malattie con patogenesi che possono essere legate alla perturbazione del microbioma” concludono i ricercatori.